IL DISAGIO DELL’AQUILA

A chi possiede una vista particolarmente acuta gli viene spesso attribuita la facoltà di avere una “vista d’aquila”. Il perchè è presto detto. L’aquila ha in dote una vista cinque volte più potente di quella umana, tanto da poter individuare il movimento di una formica a 2 km di distanza. Ma i 50/10 di visus non sono l’unica peculiarità di questo rapace. L’aquila è anche in grado di volare addirittura a più di 5.000 mt di altitudine! E quindi in base a tutto ciò se ne deduce che l’aquila possegga indubbiamente una visione del mondo molto più dettagliata e completa di quanto non la possegga l’uomo con le sue proprie forze.

Ora per assurdo immaginiamo un’aquila che dopo aver sorvolato la vastità del Creato inizi a volare sopra una grande metropoli scrutando attentamente tra gli edifici, finchè non individua una casa con una delle finestre aperte e dalla quale scorge un criceto che, all’interno della propria gabbietta, corre spensierato dentro la ruota. Sempre per assurdo immaginiamo ora che quest’aquila voglia conoscere il criceto e quindi, gettandosi in picchiata, penetri all’interno dell’abitazione attraverso la finestra. Il criceto e l’aquila fanno immediatamente amicizia e quest’ultima inizia a raccontare al piccolo roditore tutto ciò che essa ha visto, di come sono fatti i mari, le montagne, i fiumi, i boschi, di come sono grandi le città viste dall’alto… Ma inaspettatamente il criceto non crede o si rifiuta di credere a ciò che esso ha sentito dire dall’aquila. Perchè le sue conoscenze si limitano al perimetro della propria gabbietta e alle pareti della stanza in cui è ospitato. Molto semplicemente ritiene impossibile possa esistere una realtà diversa da quella da lui conosciuta. E quindi l’aquila, sconfortata, riprenderà il volo verso la volta celeste lasciando il criceto ignaro e felice nella sua piccola prigione.

Fuor di metafora l’aquila rappresenta chi, come il sottoscritto, viene assalito dal disagio e dallo sconforto nel momento in cui prende coscienza di essere circondato da uomini e donne dotati di ragione ma probabilmente ignari di possederla. Ora lungi da me la pretesa di ritenermi più intelligente del prossimo. Voglio però utilizzare il termine “intelligenza” nell’accezione latina di intus-legere, leggere dentro. Ovvero la capacità umana di osservare la realtà per capirla e conoscerla nel profondo. In altre parole una continua ricerca della Verità. E mai come in questi tempi la Verità viene ferita, umiliata e derisa. Mai come in questi tempi la realtà viene distorta se non ribaltata o addirittura sostituita da una narrazione dogmatica e inconfutabile imposta dai padroni del mondo.

Chi scrive è nato in un periodo in cui in Italia gli apparecchi televisivi erano tutti in bianco e nero e la TV di stato constava unicamente di due canali. Quindi per anni, come altri milioni di italiani, mi sono giocoforza abbeverato alle sorgenti dell’informazione  mainstream, nella convinzione che il giornalismo fosse davvero una missione e che tutti i giornalisti perseguissero tutti lo stesso scopo: raccontare la verità a qualsiasi costo. Ma anche con l’avvento delle TV private, del satellite e di internet non ho mai dubitato minimamente della correttezza e della buona fede dell’informazione globale. Ritenevo che solo nelle dittature conclamate i mass media fossero asserviti al regime di turno. Era inconcepibile per me pensare che le democrazie uscite dal dopoguerra potessero veicolare menzogne. Praticamente la mia percezione della realtà si riduceva alla dimensione de “Lo ha detto la TV!”.

Per dirne una. In seguito ai fatti dell’ 11/09/2001 il sottoscritto fu un convinto sostenitore dell’intervento americano in Iraq. Davo per certo che le Twin Towers fossero davvero crollate in seguito all’impatto degli aerei dirottati. E chiunque nutriva perplessità a riguardo veniva da me prontamente bollato come “folle complottista”. Poichè in quel periodo, vuoi per ignoranza, vuoi per conformismo o per impostazione ideologica ero totalmente accecato e non riuscivo a discernere la verità dalla menzogna. In pratica ero un negazionista. Un negatore della verità. Poi in un preciso momento della vita mi riconciliai con il Cattolicesimo, scoprendo che quest’ultimo con la “C” maiuscola non era affatto quello edulcorato uscito dal Concilio Vaticano II e men che meno quello palesemente farlocco diffuso dal pontificato di Jorge Mario Bergoglio. Come S. Paolo, dopo la famosa caduta da cavallo, caddero le proverbiali scaglie che offuscavano i miei occhi e finalmente iniziai a vedere per davvero.

Ora chiunque può conoscere la realtà per come essa è. Anche chi non è cristiano. Però a me il cristianesimo ha fornito tutti gli elementi per poter affermare in tutta tranquillità che 1+1=2 anche se il resto del mondo dovesse affermare che 1+1=3. Potete quindi immaginare la pena di chi, come me, deve quotidianamente imbastire estenuanti e spesso sterili discussioni per dimostrare al prossimo che l’acqua bagna e il sole asciuga!

Il noto scrittore cattolico inglese G.K. Chesterton ebbe a dire che sarebbero arrivati tempi in cui avremmo sguainato le spade per dimostrare che l’erba è verde in Estate. Colpisce la lungimiranza dello scrittore, se si tiene conto che egli morì nel 1936. E soprattutto niente di più attuale, se vediamo i tempi che stiamo vivendo attualmente. Tempi in cui il bene viene considerato male e viceversa. Tempi in cui la menzogna viene imposta come Verità. In sintesi tempi duri per gli intelligenti. Perchè, come detto prima, l’intelligente è colui che riesce a sondare la realtà. E tutti noi possediamo il dono dell’intelligenza in quanto animali razionali ma non tutti scelgono di sfruttare tale dono. Per esempio ci possono essere fior di dottori, ingegneri o avvocati che non sono in grado di vedere oltre il proprio naso mentre esistono persone semianalfabete che posseggono una visione del mondo molto più nitida di gente plurilaureata. Perchè una delle caratteristiche che contraddistingue questo periodo di impazzimento diffuso consiste nel fatto che un uomo non viene più valutato per le sue reali potenzialità o capacità ma per i titoli di studio acquisiti, le cariche accumulate, la sua supposta autorevolezza e il suo livello di visibilità nel circo massmediatico. Questa visione capovolta del mondo è in auge da decenni ma indubbiamente con la diffusione del covid-19 e l’instaurazione di un regime pandemico mondiale questo assurdo ribaltamento di valori è venuto prepotentemente a galla.

Molto prima della cosiddetta pandemia il sottoscritto aveva già avuto modo di constatare la percezione distorta della realtà, comune a molte persone. In pratica mi era capitato più volte di sollevare perplessità riguardanti atti o affermazioni provenienti dal papa, da vescovi e da consacrati vari. E nel condividere tali perplessità gran parte dei miei interlocutori mi hanno sempre risposto con aria di sufficienza:”Ah! E quindi TU ne sapresti più del papa?”, “Ah! E quindi TU saresti più colto di Monsignor X?”, “Ma chi sei? Un teologo?”. Certo, non sono laureato i teologia però ritengo basti essere dotati di un minimo di comprendonio per poter leggere le Sacre Scritture o il catechismo della Chiesa Cattolica e verificare di persona se tutto ciò che è stato detto o scritto negli anni da fior fiore di teologi e da alti prelati sia da prendere come oro colato. E clamorosamente si verrà a scoprire che dalle alte e altissime gerarchie ecclesiastiche fino all’ultimo parroco di campagna sono state diffusi nel tempo innumerevoli errori dottrinali, imprecisioni, ambiguità fino a vere e proprie eresie. Ma pochi o nessuno hanno avuto il coraggio di sollevare la benchè minima perplessità. Perchè? Perchè appunto “Lo ha detto il Papa!”, “Lo ha detto Mons. X!”, “Lo ha detto il famoso teologo Y!” e così via….

Quindi par di capire che alle masse non interessi realmente sapere se ciò che viene detto da una persona corrisponda a verità o menzogna. L’importante è sapere se quella persona possieda l’ “autorità” per parlare di quel dato argomento. E ciò è quanto basta per vivere tranquilli e senza pensieri. Perchè evidentemente ci sono altri che pensano al nostro posto. E la rappresentazione più plastica di questo meccanismo si è palesata con l’avvento del celeberrimo coronavirus. Dal Marzo del 2020 gli italiani si sono ritrovati ad essere bombardati quotidianamente, 24 ore su 24, da una mole incalcolabile di informazioni riguardanti il covid e veicolate dal governo di turno, dal cosidetto C.T.S. e da una pletora di “esperti” o sedicenti tali. Ebbene a quanto sembra la quasi totalità degli italiani non ha mai avuto il minimo dubbio o sospetto che ciò che veniva loro comunicato dai media mainstream potesse essere una colossale e continua menzogna reiterata nel tempo. Questo perchè, come detto prima, l’uomo distratto o sprovveduto parte dall’idea che una persona sia automaticamente investita da un’aura messianica e infallibile solo per il fatto di essere comparsa in programmi televisivi o testate giornalistiche “prestigiose”. Di contro qualsiasi scienziato realmente prestigioso, fosse anche un premio Nobel, non sarebbe ritenuto autorevole o degno di ascolto in quanto ignorato dall’informazione di regime.

Come nella canzone “Non E’ Francesca” di Lucio Battisti. Il protagonista di questo brano, infatti, rifiuta categoricamente di accettare l’idea che la sua amata possa esser stata vista in compagnia di un altro uomo. Così come un gregge rifiuta di credere che il pastore, invece di condurlo al pascolo, lo conduca al macello, anche se sta varcando una porta con su scritto:”MATTATOIO”.

E quindi alla luce di tutto ciò non immaginate quanta invidia io possa provare nei confronti di tutte quelle persone che, come il criceto sopramenzionato,continuano a vivere felici e spensierate nella propria gabbia dorata. Infatti oggi più che mai posso dire di aver compreso bene il significato della famosa espressione:”Beata ignoranza!”

Alessio Paolo Morrone

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