LA DEMOCRAZIA NON ESISTE!
La polemica che sta montando nelle ultime ore – riguardo la fragilità della Democrazia nel mondo ed il pericolo alla sicurezza globale rappresentato dalla disponibilità dei codici nucleari ancora nelle mani di Trump – sta assumendo dei toni stucchevoli ed inaccettabili per chiunque abbia un minimo di conoscenza della storia, dell’antropologia e di come va il mondo.
Il richiamo e l’abuso, poi, del termine Democrazia riferito agli Stati Uniti, così come alla Gran Bretagna ed al mondo occidentale in genere, quali Patrie e fari, della Democrazia e della civiltà, ha francamente del vomitevole e per spiegare il perché di tanto nostro disappunto dobbiamo andare ai fatti nudi e crudi.
Innanzitutto partiamo dal presupposto che, attualmente, s’intende per Democrazia un sistema nel quale il singolo deve vedere garantita la libertà di:
- Eleggere liberamente i propri rappresentanti i quali, per conto di quest’ultimo , elaborano le leggi, governano lo Stato, fanno funzionare la macchina amministrativa;
- Parola e di espressione;
- Protestare contro l’ordine costituito;
- Avere proprietà, di comprare e di vendere, di fare impresa o di essere dipendente;
- Spostarsi e di viaggiare, di studiare e di ricercare in tutti gli ambiti dello scibile;
- Divertirsi, di informarsi;
- Nutrirsi, di curarsi o meno;
- Sposarsi, di procreare, di abortire, di vivere la propria sessualità qualunque essa sia, di usare sostanze psicotrope, di porre fine alla propria esistenza.
E tanto più queste singole libertà sono tutelate dall’ordinamento in questione tanto più il sistema sarà considerato democratico dai contemporanei, ma è una falsa aspettativa poiché la Democrazia, fin dai tempi più antichi, anche nelle espressioni più dirette e pure, non ha mai tutelato tutti gli individui, anzi!
Nella Democrazia Ateniese, ad esempio, i liberi cittadini vedevamo molte di queste libertà garantite e tra queste vi era quella, non trascurabile, di partecipare direttamente alla vita politica della propria Patria, ma ciò significava anche che, gli schiavi, le donne, i minori, gli stranieri residenti, cioè l’80% della popolazione era esclusa dal sistema, d’altronde due filosofi del calibro di Platone e Aristotele, se pur in maniera diversa, ci hanno lasciato un giudizio profondamente negativo riguardo questa istituzione.
Osservando poi alcuni esempi storici più vicini ai giorni nostri, se consideriamo le due Nazioni paladine della libertà e della Democrazia, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, ci renderemo subito conto che più che tutelare le cosiddette istituzioni “democratiche” ed esportare la libertà, Washington e Londra, hanno solo favorito le proprie élites.
Infatti, come già precedentemente ricordato nel mio articolo di qualche giorno fa, mentre gli USA, erano impegnati, durante la Seconda Guerra Mondiale, nel cancellare i regimi totalitari nazi-fascisti, in madrepatria garantivano, non solo ampi spazi di manovra a varie espressioni segregazioniste, ma usavano la criminalità e la corruzione, come lubrificante per far girare le ruote dell’apparato tutto.
Che dire poi del civilissimo Regno Unito, provate a parlare del rispetto delle libertà e dei diritti umani ai popoli da essi dominati, uomini e donne che, tra l’altro, erano sudditi della corona come i loro colonizzatori.
Lo sanno bene i sudanesi, i quali, ribellatisi agli occupanti inglesi tra il 1881 ed il 1889, per riconquistare la propria libertà furono trucidati a migliaia dalle moderne mitragliatrici di Sua Maestà. Gli inglesi poi, una volta riconquistata Khartoum, pensarono bene di bruciare il corpo del defunto capo rivolta, il Mahdi, nella fornace di un britannico piroscafo a vapore alla fonda sul Nilo, e lo fecero per cancellare ogni traccia di chi osò alzare la testa. Altro “bel ricordo” lo hanno senz’altro i boeri del Sudafrica, i quali, internati tra il 1899 ed il 1902 all’interno dei primi campi di concentramento della storia, videro perire, tra gli stenti più miserevoli, decine di migliaia tra i propri vecchi, donne e bambini. Ciò che accadde poi all’India di Gandhi è cosa risaputa da tutti …
Proprio “begli esempi” di Civiltà, Democrazia e Rivoluzione Liberale … non c’è che dire!
Dunque perché dovremmo stupirci del fatto che negli Stati Uniti, attualmente, il dissenso, come già accaduto in altre parti del mondo, venga ad essere manifestato anche con forme di occupazione di edifici pubblici?
Forse che questi anglosassoni hanno una derivazione divina? Sono forse nati diversamente da come e dove, è nato ognuno di noi?
Certamente no! Ed allora cosa mai avremmo dovuto emulare o imparare, da costoro?
Il fatto poi che si usi la Coperta di Linus della Democrazia per ammantare ogni nostra debolezza ideologica, per darci coraggio e nobilitare ogni nostra scempiaggine, è francamente triste.
Prima, nell’elenco da me riportato rispetto alle varie libertà, ho citato il diritto al dissenso, alla manifestazione del proprio pensiero, una delle libertà, questa, senz’altro, fondamentale, ebbene ditemi quale cosiddetta Democrazia tutela realmente questo diritto.
Qualcuno di voi, leggendo questo articolo, sicuramente potrebbe obbiettare che io stesso sto godendo di questo diritto, in quanto sto, proprio in questo memento, dissentendo dal pensiero comune e quindi potrebbe ritenere capziosa la mia affermazione.
Ebbene a costui vorrei rispondere, chiaro e tondo, che non basta poter manifestare il proprio pensiero critico per vedersi garantito il diritto di parola se poi tale pensiero è aprioristicamente escluso da ogni canale o piattaforma comunicativa.
Si veda ad esempio cosa è successo ultimamente al Tycoon.
Trump, attualmente ancora Presidente degli Stati Uniti, in seguito a ciò che è successo a Capitol Hill, si è visto bloccare i propri profili social da Facebook, Instagram e Twitter.
Stiamo parlando delle principali piattaforme di comunicazione del mondo e tutto questo perché, a detta di Zuchemberg & Co., Donald, con i propri messaggi seguiti da milioni e milioni di individui, potrebbe nuocere alla pace ed alla stabilità del pianeta.
Ma ci rendiamo conto?
L’arbitrarietà, la partigianeria e l’irrazionalità, è diventata tacita consuetudine.
Ora, se questo accade ad uno degli uomini più potenti al mondo, cosa ne sarà mai di noi miseri mortali?
Guardate ad esempio cosa accade presso i quattro principali gruppi televisivi operanti in Italia: Rai, Mediaset, La7 e Sky.
In ogni talk show politico di queste reti vengono invitate sempre le stesse persone che, in maniera saccente, commentano tutto ed il contrario di tutto. La versione deve essere sempre la stessa: loro hanno in mano la verità e chi ha tesi differenti o è un mentecatto o un “avvelenatore di pozzi”.
La faccenda è talmente surreale che, ad esempio, quando si è parlato di negazionismo del Covid o dei No Vax, non sono mai stati invitati, in questi programmi, gli esponenti di queste teorie per avere un confronto serio e paritetico, ma si è chiesto, al contrario, sempre ai soliti noti appena citati di dare un loro parere su queste teorie. In altre parole è come se i mass-media chiedessero ad un tizio qualsiasi cosa si prova a mettere il piede per la prima volta sul suolo lunare anziché domandarlo a Neil Amstrong.
Ecco perché in rete, in brevissimo tempo, c’è stata tutta questa proliferazione di commentatori indipendenti, perché nei canali istituzionali non alberga la Democrazia!
Il guaio però è che neanche in rete c’è Democrazia, perché quando un commentatore antisistema, o un qualsiasi analista, inizia ad avere un numero di follower tale da essere esso stesso pericoloso, i gestori di quella rete, essendo parte integrante del sistema di potere, sistematicamente bannano questa voce fuori dal coro.
In altre termini, nei nostri cosiddetti sistemi democratici, si ha libertà di parlare solo ed esclusivamente degli amori delle starlette, o delle discussioni nate in un qualsiasi reality, così come si ha la possibilità di mettere a ferro e fuoco le città per delle partite di calcio, ma mai e poi mai si potrà essere liberi di dissentire dall’ordine precostituito.
E quando alcune trasmissioni o giornali, effettuano i cosiddetti scoop da giornalismo d’inchiesta è solo perché, quella notizia, quello scandalo, può essere utile ad una fazione del sistema per indebolire la controparte. Siamo in presenza, in altri termini, di una vera e propria guerra tra bande.
Ed è proprio questo limite che, alla lunga, induce i popoli alla rivolta.
Di che cosa dunque vogliamo stupirci?
Perché continuiamo ad invocare ed appellarci a qualcosa che non è mai esistito?
Dunque se la Democrazia non esiste, perlomeno come la intendiamo noi, abbiamo altresì la certezza che esistono i diritti naturali ed è per il mantenimento di essi che ci dobbiamo battere.
Noi abbiamo la necessità di riaffermare il nostro diritto all’autodeterminazione come popolo di ricostruire una società che sia quanto più possibile ispirata alle nostre tradizioni ed identità culturali millenarie.
Questo giornale perciò riafferma a gran voce che la Globalizzazione non ci appartiene, così come sottolinea che non vuole essere parte di un mondo in cui le parole: “Dio, Patria e Famiglia” non abbiano più lo stesso peso e significato.
Lorenzo Valloreja
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