I RITUALI DISCORSI DI FINE ANNO A RETI UNIFICATE SONO COSI’ PREVEDIBILI, CHE QUESTA VOLTA VE LO ANTICIPIAMO NOI.
Volete vedere che riesco ad anticiparvi il pistolotto di fine anno a reti unificate, di un signore che in primavera voleva farsi sentire come “uno di noi” chiedendo scusa per la cattiva pettinatura della bianca benché folta chioma (quella, gliela invidio davvero)?
Ho, o abbiamo noi de L’ Ortis, potenti entrature su un certo alto e antico Colle? Ma per favore, non conosciamo neanche il nome o la faccia dei solerti controllori di ogni parola che scriviamo (come per chiunque dissenta dal nuovo regime tecnosanitario a Pensiero Unico). Ho capacità divinatorie, o posseggo una miracolosa palla di vetro? Ma certo, infatti non so nemmeno se alla fine dell’anno entrante l’Italia sarà già commissariata dall’ eurocrazia.
E’ che semplicemente, questi signori sono spaventosamente prevedibili nella loro dialettica: è gente spesso scaltra e intelligente (altrimenti non sarebbero dove sono, l’appartenenza pura e semplice ad elites ed establishment non porta tutti ai vertici assoluti); ma in fondo imbavagliata anch’ essa proprio come noi se non paradossalmente di più come con le museruole che portano ostentatamente, anche in vastità solitarie come lo scalone del Vittoriano dove neppure le “goccioline” starnutite da un elefante possono contagiare. Insomma, nelle occasioni protocollari dicono tante di quelle ovvietà e prevedibilità, che di sicuro non le pensano almeno in buona parte. O almeno lo spero, e per loro.
Bergoglio o un alto prelato postcattolico sono lo stesso: falli ad esempio parlare di Islam e ti diranno che “crediamo nello stesso Dio”, “ tutte le religioni sono di pace”, “la colpa è di chi vende armi”.
Sono persino lesti a uniformarsi al lessico della neolingua (vedi l’orrendo lemma “resilienza” che è lo stupro della lingua di Dante, anche se il termine “resistenza” dovrebbe essere loro caro, o l’ “orientamento di genere”) . E sanno quali termini evitare e quali usare (si dice ad esempio “difficile” o “particolare”, non “tragico” o “drammatico”)
Insomma, sentiremo dire questo in sintesi: “ ….è stato un anno difficile . Il Paese ha dimostrato di reagire con serenità e responsabilità rendendosi conto della necessità di sacrifici anche dolorosi per tante attività lavorative e imprenditoriali ma nessuno sarà lasciato solo ….è un momento storico che cambierà tante abitudini e modi di fare, andiamo verso la green economy e una digitalizzazione sempre più avanzata. La pandemia ha dimostrato che nessuno si salva o può fare da solo in Europa, che ha dimostrato la sua bontà promettendoci una valanga di soldi. Infatti i nazionalismi e i sovranismi sono una follia…..grazie al nostro eccellente personale sanitario….stringiamo ancora i denti, restiamo uniti senza polemiche, e con la vaccinazione vedrete che tutto passerà…..”.
E tutti applaudiranno alle sagge e commoventi parole: da Laura Boldrini e Giuseppe Conte passando per i direttori dei giornaloni e i vari robertiburioni e ilariecapue, fino a Giorgia Meloni e Matteo Salvini che sanno benissimo che quel signore lì le Camere non le scioglierà mai per non far aumentare la loro rappresentanza, e Conte lo manderà a casa solo per sostituirlo con Mario Draghi o un altro eurocrate o euromane.
A. Martino
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