“GLI SPARI SOPRA SONO PER NOI”, PERÒ QUALCOSA CI DICE CHE DIETRO QUEL GRILLETTO CI SIA LA TURCHIA.

Dopo gli attentati di questa notte a Vienna è evidente che l’intera Europa sia sotto attacco degli integralisti islamici, tuttavia qualcosa non ci torna a causa della logistica e della modalità.

Infatti partendo dal presupposto che il terrorismo ha una propria logica – cioè quella di destabilizzare un Paese, una società, attraverso l’uso sistematico della violenza che può esprimersi o per mezzo di attentati alle persone,  così come attraverso danni arrecati alle cose che abbiano una valenza simbolica, oppure con degli atti criminosi che vadano a ledere in maniera unitaria sia gli essere viventi che gli oggetti inanimati – nel caso in questione, mancando ormai da più di 12 ore una rivendicazione, questo raziocinio banditesco va, a mano a mano, a farsi benedire.

Tale e tanta, cortina fumosa è stata lanciata proprio dalle autorità austriache le quali, anziché mantenere la solita calma olimpica, non si sa bene sulla base di quale dato, si sono affrettate a bollare questi attacchi come provenienti dalla galassia dell’ISIS e indirizzati contro il mondo ebraico.

Ma andiamo ad analizzare in maniera dettagliata queste dichiarazioni e ad indicare il perché siano errate:

  1. Sia secondo il Ministro degli Interni austriaco, Karl Nehammer, che per Rita Katz, Direttrice del Site Institute, società che si occupa di monitorare e verificare le attività online dell’Isis: ‹‹l’attentato è una rappresaglia jihadista per la partecipazione dell’Austria alla coalizione anti-Isis a guida Usa››.
    • Ora con tutto il rispetto per il Governo Austriaco, in quanto ha effettivamente svolto, in tutti questi anni, un ottimo lavoro – sia sotto il profilo della prevenzione che della repressione, dei fenomeni di radicalizzazione, come sottolineato, nel 2016, anche dal Country Report on Terrorism del governo americano – ma considerare l’impegno di Vienna, all’interno della coalizione Anti ISIS, così determinante e pregnante, tale da essere passibile di una rappresaglia è francamente una boiata. Difatti, se così fosse, cosa mai dovrebbero aspettarsi Paesi come l’Australia, il Canada o la Danimarca piuttosto che la Giordania? Nazioni, queste ultime, che, non solo hanno fatto prevenzione ma, notoriamente, pur non avendo prospettato delle politiche di espansione o d’influenza, hanno messo gli “stivali a terra” come, giustamente, era normale che facessero, per loro conformazione mentale e strutturale, le “piccole” potenze di Francia e Gran Bretagna;
  2. Secondo il Cancelliere Sebastian Kurz: ‹‹un movente antisemita per il momento non può essere escluso, anche alla luce del luogo dal quale l’attacco è partito››.

Ora se questa è la nuda e cruda verità dei fatti che ha consegnato al creatore 4 innocenti ed 1 attentatore, ed ha mandato al nosocomio di Vienna ben 17 feriti viene da chiedersi perché ciò sia accaduto e soprattutto perché in Austria.

Ebbene noi de l’Ortis abbiamo l’idea che il vero mandante di tutto questo casino sia la Turchia di Erdogan.

Ciò è desumibile dal fatto che:

Ora se per quanto pocanzi detto lo zampino della Turchia sembra evidente nell’ottica delle proprie frizioni geopolitiche da un lato con l’Iran degli Ayatollah e con la Russia di Putin (Siria, Cecenia, Nagorno Karabakh), dall’altro con la Francia e gli altri antagonisti del Mediterraneo, Grecia ed Italia in primis, la piccola Austria che non ha nessuna velleità di potenza regionale è stata presa di mira per motivazioni esclusivamente storiche.

Infatti non è assolutamente da sottovalutare il fatto che, lo scorso luglio, Santa Sofia, tra le rimostranze internazionali, sia tornata ad essere Moschea proprio per volontà del coriaceo Presidente Erdogan.

Egli infatti, apertamente, vuol ricostruire l’Impero Ottomano, e se l’ISIS non è riuscito a ricostruire un Califfato che inglobasse la Spagna e i Balcani, la nuova Sublime Porta ha intenzione di riuscire là dove Solimano il Magnifico ha fallito.

Certamente le armi del XXI secolo non sono da rintracciare nelle Galee, nelle Bombarde o nei Giannizzeri, oggi esistono i droni, i kamikaze, i lupi solitari e Vienna, per chi non lo sapesse è internazionalmente conosciuta come un importante hub per i jihadisti europei, dove questi sostavano prima di cercare di raggiungere la Siria attraverso i Balcani occidentali, e sfruttando i timori del Covid, grazie a questa presenza di criminali, che la Turchia spera di sfibrare l’occidente.

Ora, se gli altri Paesi ancora non l’hanno compreso, poco importa. Ciò che è fondamentale è che l’Italia abbia drizzato le orecchie ed inizi a fare l’Italia.

Noi non abbiamo paura né dei turchi, né di questi tagliagole da strapazzo. Infatti, come in passato, così oggi, come sarà anche in futuro, riusciremo sempre a fermarli.

Tuttavia uomo avvisato … mezzo salvato!

Lorenzo Valloreja

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