LO SCANDALOSO CASO DEL CARDINALE E MADAMA CECILIA: E NON E’ UN ROMANZO DI APPENDICE O UNA CRONACA DEL TEMPO DEI BORGIA.

Per la prima volta dal 1929,da quando esiste cioè lo stato della Città del Vaticano, il più piccolo del mondo e l’ ultima delle teocrazie, le autorità vaticane hanno non solo spiccato un mandato di cattura internazionale, ma hanno anche chiesto l’ estradizione del presunto reo in Vaticano dall’ “estero” vale a dire dall’ Italia.

L’ arresto è avvenuto il 13 ottobre a Milano, ad opera della Guardia di finanza. Destinataria dello spiacevole provvedimento quanto della custodia cautelare in quanto per il magistrato sussiste pericolo di fuga,la trentanovenne manager cagliaritana ma immessa tanto bene nel mondo romano-ecclesiastico da accreditarsi esperta di relazioni internazionali ecc. E così tanto da sviluppare relazioni di tale consistenza con la Segreteria di stato vaticana a partire dal 2016 quando l’ ora (semi spogliato della porpora) cardinale Angelo Becciu, allora sostituto per gli affari generali della potentissima medesima Segreteria, le avrebbe scritto una lettera di referenze da esibire a sua discrezione (lettera che mi ricorda tanto quella che il cardinale Richelieu scrive ne I tre moschettieri ); ma soprattutto da ricevere (questo il fulcro dell’ accusa riportato dalla stampa di tutto il mondo) nello spazio di alcuni anni sul conto di una sua società slovena sembra ben cinquecentomila euro (compresi suoi onorari) che avrebbero dovuto andare impiegati in diverse operazioni di beneficenza “riservate”.

A parte la natura dubbia della società (si parla come dico io ironicamente di “entità spettrali”, cioè società fantasma) su cui la magistratura svolgerà il suo lavoro, il guaio è che una cospicua parte di questo patrimonio sarebbe finito in …..shopping: e che shopping! Un esempio degli usi ipotizzati come distorti: 12.000 euro da Poltrona Frau; 2200 da Prada, 1400 da Tod’s; e 8000 da Chanel. L’ inguaiata “dama del cardinale” (rimanendo nella suddetta atmosfera da cappa e spada e come ormai chiamata dalla stampa) afferma a quanto pare che “magari la borsetta era per la moglie di un amico nigeriano in grado di dialogare col presidente del Burkina Faso”.

Siamo poi noiosamente alle solite, quando spuntano fuori l’ ormai mitologico faccendiere Flavio Carboni, e massoni più o meno dissidenti (da cosa, non ho alcuna idea). E come potrebbero mancare i servizi segreti, con i quali vi è “ stima e collaborazione con i vertici” ?

Insomma: qualunque sia l’ esito giudiziario dell’ ultimo clamoroso scandalo all’ ombra del Cupolone e del sempre più inguaiato cardinale Angelo Becciu (ora la dama, prima in ordine di apparizione l’ investimento immobilare londinese, e le accuse relative a certi “affari di famiglia” da nepotismo puro), c’ è da avere nostalgia del luciferino (almeno all’ apparenza e da “cattiva stampa”) monsignor Paul Marcinkus.

Costui, governatore dello IOR che usava affermare che “la Chiesa non si mantiene con le Ave Maria”, fu coinvolto nel peggio della finanza italiana e non solo degli anni Settanta e Ottanta; persino sospetto di avere un ruolo nella tremenda vicenda di Emanuela Orlandi; finanziatore del dissenso nel blocco comunista dell’ Europa orientale e soprattutto di quello polacco ovviamente particolarmente caro a San Giovanni Paolo II; accusato da cento inchieste ma intoccabile in sostanza per volontà pontificia, uscì di scena nonostante tutto formalmente immacolato e morì da umile parroco in Arizona. Gente di stile: molto probabilmente pessimi uomini di Dio, ma che lo hanno servito sporcandosi le mani di m. se non anche di sangue secondo molti (ma  questo, mi ostino a non crederlo); assolutamente non santi, ma che ai santi davano una mano. E i cui panni sporchi sono stati “lavati in casa”, come sempre è, checché l’ ipocrita giustizialismo oggi in voga ne dica, nelle case più prestigiose, solide, e autorevoli.

Ora invece, nelle encicliche papali si condanna la ricchezza, si mette in discussione la proprietà privata; ma in Vaticano, si è sempre più ossessionati, e inguaiati, dai soldi. Da tanti soldi. E tutto spiattellato ai quattro venti, in un’ ansia di trasparenza autolesionista e rigenerazione modernista che ferisce sempre di più la Sposa di Cristo.

A.Martino

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