NON HANNO INTERESSE A UN GRADUALE E PRUDENTE RITORNO ALLA NORMALITA’. MA CI SONO GRANDI MEDICI FUORI DAL CORO….
Ha detto il 22 luglio sullo schermo di La 7 il prof. Alberto Zangrillo, primario di anestesia e terapia intensiva del San Raffaele di Milano: “ «Dall’inizio cerco di dire quello che osservo e inizio ad averne le palle piene. È evidente quello che accade: se oggi in Lombardia abbiamo un morto dichiarato per Covid, vuol dire che non sta succedendo nulla. Punto. Poi possiamo costruire tutte le favole che volete».
“…….Vi spiego, non faccio parte del Comitato tecnico-scientifico ma mi aspetto che dica la verità agli italiani: uscite tranquillamente, riprendete a vivere, andate al ristorante, andate in banca, andate in vacanza. Se entrate in un locale chiuso, mettete la mascherina, ma continuate a vivere più di prima. Altrimenti la società non parte e Conte tra due anni, se c’è ancora, dovrà chiederne 800 di miliardi”.
Alberto Zangrillo è un medico di altissimo livello, la sua competenza è indiscussa; ma è stato sempre fuori dal coro durante l’ emergenza pandemica, tanto che lo si potrebbe arruolare, nel nostro ordine di idee, nelle file dell’ opposizione a quello che riteniamo il regime tecnico-sanitario. Basti pensare al suo rimarcare i 151.000 posti in terapia intensiva con cui ci hanno terrorizzati e che non abbiamo visto nemmeno lontanamente (e speriamo che non vedremo, grazie a Dio).
E sentite cosa dichiarò la settimana scorsa a leggo.it : “ Il nonno di Pierino è coinvolto in un grave incidente stradale sulla tangenziale di Milano. Viene portato in emergenza in pronto soccorso, laddove oltre alle manovre di rianimazione, viene sottoposto, come tutti i pazienti, che entrano in un ospedale italiano, al tampone orofaringeo. Purtroppo, nonostante le cure, il nonno di Pierino, nel frattempo risultato Covid positivo, dopo due giorni viene a mancare in conseguenza del grave trauma subito. La causa di morte del nonno è chiara a tutti ma purtroppo verrà addebitata al virus».
Ed ancora: “ Ci interroghiamo
tutti i giorni – continua Zangrillo – sul perché di questi dati di cui non
abbiamo alcun riscontro nella pratica clinica giornaliera. Ci siamo informati
presso gli organismi competenti ed abbiamo ricevuto la conferma». Allo stesso
tempo «tutti sanno che in Italia l’eccesso di mortalità da Sars-Cov-2 è
fortunatamente azzerato da due mesi. Concludendo: attenzione, distanziamento,
massima prudenza, rispetto delle regole ma rispettiamo anche la verità»…..”
«Il quadro clinico del grande malato Italia è nelle mani del Comitato
tecnico scientifico, formato da illustri colleghi con cui non voglio entrare in
conflitto. Ho riconosciuto a loro il grande merito di aver suggerito in tempi
esatti un doloroso ma necessario lockdown. Ora vorrei che le loro
indicazioni tenessero in maggior considerazione le evidenze cliniche attuali.
In questo momento storico c’è bisogno di condivisione, coraggio e lucida
visione di un quadro globale. Oggi la mia più grande preoccupazione in campo
sanitario è riprendere a curare quei malati che, per colpa di Sars-Cov-2,
trascuriamo da almeno 5 mesi».
Le parole del professor Zangrillo sono schiette, permeate di razionalità più che di teoria, egli non ha alcun interesse a mettersi in rotta di collisione con baronie che molto probabilmente, qualche fastidio gli daranno. Le reazioni dei colleghi del Comitato (non di salute pubblica della rivoluzione francese ma tecnico-scientifico, la sostanza è sempre quella, e un terrore c’ è sempre….) si affrettano però a smentirlo sempre, e a non mollare la presa sulla spaventata opinione pubblica.
I motivi? Diciamo che sono di ordine politico, eurocratico, e mondialistico non escluso il messianesimo vaccinale con i suoi risvolti di opacità sierologica ed economici al tempo stesso; di più, considerato anche tutto quello che abbiamo scritto da marzo, non vogliamo e neanche possiamo dire. Ma una idea, cari lettori, potete farvela benissimo, e vedrete che porterà ai “soliti noti” che tirano le fila, da provetti burattinai, dei cosiddetti leaders del cosiddetto Occidente “democratico e liberale”.
A.Martino
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