DECIMA PUNTATA DI RADIO LISSA: CARI “BLACK LIVES MATTER” ABBATTERE STATUE NON È DA ANTIRAZZISTI MA DA TALEBANI!

Le devastazioni e l’incendio della stazione di polizia di Minneapolis per certi versi sono anche comprensibili se si tiene conto del fatto che, lo stato americano non è una società di eguali, infatti, i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri.

Un mondo, quello statunitense, dove, al di là dei proclami, il sistema di convivenza multietnico è risultato fallimentare nella misura in cui le minoranze non riescono realmente ad integrarsi e rimangono, sempre e solo, delle monadi a se stanti, degli ingranaggi diversi gli uni dagli altri, utili solo a far muovere la ruota del sistema, che però, come abbiamo visto, spesso e volentieri, s’inceppa.

Gli Stati Uniti infatti non sono nuovi a questi disordini.

Un caso di tensione sociale simile, senza tuttavia voler equiparare i morti, che nello specifico sarebbero davvero inaccostabili si ebbe, ad esempio, con la morte di Martin Luter King, dove, a seguito del suo omicidio, scoppiarono tumulti pesantissimi.

Ciò che però fa impressione in questa vicenda, come detto, non sono i saccheggi, anch’essi prevedibili per l’enorme divario economico esistente, ma la campagna iconoclasta che, come una furia, si sta abbattendo su tutti quei personaggi storici rei, a vario titolo, di essere stati, in qualche modo, responsabili dell’attuale razzismo.

E detto che, per inciso, tra di essi, non possiamo fare dei distinguo, come invece maldestramente hanno tentato di fare diversi giornalisti italiani con la figura, ad esempio, di Winston Churchill.

Quest’ultimo, a loro detta, non può in alcun modo essere accusato di razzismo perché  eroe di una estenua lotta al nazismo. Tuttavia, a questi signori, va ricordato che, in gioventù, il Primo Ministro in questione si è praticamente fatto, come militare, tutte le campagne coloniali dell’epoca: dal Sudan, alla guerra con i boeri, alla dominazione dell’India e via di seguito.

È stato sempre Churchill, tra il 1942 ed il 1944, a far imprigionare Gandhi, il Mahatma, per paura che l’India si sottraesse allo sforzo bellico contro gli italo/tedeschi ed è sempre lui che definì, all’epoca, Gandhi un << disgustoso fachiro mezzo spoglio >>.

Quindi, come potete comprendere, la questione è un po’ più complessa … ma è articolata anche per gli iconoclasti del caso, che, trincerandosi dietro le ingiustizie della storia, mostrano in realtà una asineria quasi sublime.

Infatti, se è vero che a seguito della scoperta di Colombo, milioni di africani furono deportati, attraverso l’Atlantico, nelle tante piantagioni del Nuovo Mondo, è altresì vero che costoro giunsero nelle indie occidentali perché, nel 99% dei casi, furono venduti come schiavi alle potenze coloniali non da degli europei, ma dai Re e alti funzionari, degli allora imperi dell’Africa Nera, cioè dei Regni del Mali, del Benin, Ashanti, ecc. ecc.

Certo, è anche vero che un Paese come la Gran Bretagna, la quale ha costruito ogni propria fortuna depredando un quarto dell’intera terra, se dovesse restituire tutto fallirebbe, persino il British Museum diventerebbe una landa desolata.

Ma la contraddizione  più grande è dovuta al fatto dei tanti migranti economici che annualmente cercano, anche rischiando la vita, di emigrare verso le cosiddette ex potenze coloniali per poter usufruire del loro stile di vita, della loro sanità, delle loro scuole, ed ora che sono in queste nuove terre promesse che fanno costoro? Distruggono le statue! Depredano i negozi! Incendiano le infrastrutture!

Forse questi ribelli non sanno che così facendo, molto probabilmente, i Paesi che dovrebbero garantire loro il riscatto potrebbero cadere nell’instabilità e nell’anarchia più di quanto non lo fossero già le loro terre d’origine?

Certo che non lo sanno, altrimenti preferirebbero amputarsi le mani piuttosto che abbattere le statue, ma se costoro sono scusabili per il loro basso livello culturale dovuto alle difficoltà della vita ed alla precarietà delle loro esistenze di certo non sono accettabili i comportamenti di certi nostri politici che difendono a spada tratta queste proteste antistoriche ed illogiche inginocchiandosi in Parlamento o esprimendo discorsi solidaristici.

Ecco perché non si può tollerare chi imbratta la statua di Montanelli, chi si opponeva alla statua di d’Annunzio in quel di Trieste, né chi butta a terra Colombo, né chi vuole in ogni momento della storia usare la damnatio memoria.

Solo dei loschi personaggi hanno fatto altrettanto e questi erano, i talebani …

Ed ho detto tutto.   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *