GIU’ LE MANI DALLE STATUE DI CRISTOFORO COLOMBO, GRANDE UOMO,GRANDE CRISTIANO E GRANDE ITALIANO.

Ammesso che i Vichinghi o normanni che fossero abbiano davvero, prima di lui, toccato le coste americane e non solo quelle della Groenlandia; e anche ammesso che comprendessero di aver scoperto una nuova “terra” cioè continente, di sicuro Cristoforo Colombo compì l’ impresa di imbarcarsi in una rotta sconosciuta, impiegandovi ben più di quanto preventivato in estenuanti confronti astronomico-cartografici e persino teologici per l’ autorizzazione alla partenza da parte dei sovrani di Aragona e Castiglia. Rischiò infatti di essere fatto a pezzi dai suoi equipaggi e spedito a nutrire la fauna atlantica; attraversò un mare sconosciuto in una rotta ben più ampia e oceanica di quella dei marinai nordici, in acque che si favoleggiavano abitate da immensi mostri quali quelli raffigurati su una cara vecchia 5000 lire, che mi suscitava vive curiosità infantili. 

 Una volta sbarcato in America, non gli si può imputare alcuna atrocità verso i nativi a differenza in effetti di chi verrà dopo di lui. Ritenne compito primario se non assoluto della sua straordinaria impresa conquistare (nel senso spirituale) anime alla parola di Cristo nello spirito dell’ epoca d’ altronde intimamente connaturato alla hispanidad dell’ impero nascente; allora “laico” era semplicemente chi non fosse sacerdote o religioso. E Colombo era laico solo in tale senso, avendo sotto Pio IX conosciuto anche un processo di canonizzazione poi arenatosi. Papa Alessandro VI Borgia, pur famigerato, salutò con entusiasmo la scoperta organizzando immediatamente l’ afflusso missionario e mediando le dispute territoriali tra Spagna e Portogallo che, con incredibile tempismo geopolitico e rivalità navigatoria, non tardarono affatto. 

Un grande stato sudamericano porta il suo nome, come il distretto federale in cui sorge Washington e una provincia federale canadese; immagino, decine di altri siti nel Nuovo Mondo. E’ uno dei più grandi italiani dopo Romolo e Remo alla pari di Giulio Cesare o Leonardo da Vinci o di Michelangelo Buonarroti. Accidenti a chi osa profanare le sue statue si trovino pure in Papuasia o Namibia, povero drogato e lobotomizzato di Pensiero Unico. Cristoforo Colombo non si tocca; punto e basta, senza se e senza ma. 

Sono grato a Roberto de Mattei di corrispondenzaromana per aver ricordato la enciclica di Leone XIII Quarto abeunte saeculo (1892) in cui si esalta il significato della scoperta dell’ America, e la figura del suo artefice: anche se certo, si tratta di un papa “preconciliare” quindi nelle tenebre dell’ errore (!) pur avendo però dato vita alla dottrina sociale della Chiesa con la più nota Rerum novarum. 

….”colui che la portò a compimento non è paragonabile che a pochi di quanti furono grandi per tempra d’animo e altezza d’ingegno. Un nuovo mondo sorse per merito suo dall’inesplorato grembo dell’Oceano: centinaia di migliaia di creature vennero dall’oblio e dalle tenebre a integrare la famiglia umana; dalla barbarie furono condotte alla mansuetudine ed alla civiltà: e quel che infinitamente più importa, da perdute che erano, furono rigenerate alla vita eterna mercé la partecipazione dei beni che Gesù Cristo procurò.(…) Colombo è uomo nostro. Per poco che si rifletta al precipuo scopo onde si condusse ad esplorare il mar tenebroso, e al modo che tenne, è fuor di dubbio che nel disegno e nella esecuzione dell’impresa ebbe parte principalissima la fede cattolica: in modo che in verità per questo titolo tutto il genere umano ha obbligo non lieve verso la Chiesa.(…) Risulta infatti che egli intese e volle intensamente questo: aprire la via al Vangelo attraverso nuove terre e nuovi mari. (…) Colombo aveva certamente unito lo studio della natura allo zelo della pietà, e aveva profondamente formati mente e cuore secondo i princìpi della fede cattolica. Perciò, persuaso per argomenti astronomici e antiche tradizioni, che al di là del mondo conosciuto dovevano pure estendersi dalla parte d’occidente grandi spazi terrestri non ancora esplorati, immaginò popolazioni sterminate, avvolte in tenebre deplorevoli, perdute dietro cerimonie folli e superstizioni idolatriche. Riteneva estremamente penoso che si potesse vivere secondo consuetudini selvagge e costumi feroci; peggio ancora in quanto non conoscevano cose della massima importanza e ignoravano l’esistenza del solo vero Dio. Onde, pieno di tali pensieri, si prefisse più che altro di estendere in occidente il nome cristiano, i benefìci della carità cristiana, come risulta evidentemente da tutta la storia della scoperta…..,». 

A.Martino 

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