CONTE E DI MAIO EMETTONO FATTURA, E CREDONO DI LIQUIDARE COSI’ LA PIETA’ PER I DEFUNTI.
Una riflessione in merito volevo farla da tempo, ma rinviavo perché in fondo, io non mi pongo sul piedistallo dell’appartenente a una congrega di duri e puri : sono, siamo noi de L’ Ortis , gente del popolo che l’ intelletto cerca di usarlo, di informare, e soprattutto di fornire interpretazioni della realtà; rifiutiamo la qualifica di “intellettuali”. Quindi, non riesco a sottrarmi, d’ istinto, alla remora nell’ affrontare l’ ultimo grande argomento politicamente scorretto del cosiddetto Occidente, che proprio non vuole sapere di “capire che i tempi cambiano”. Puoi sancire le nozze tra uomo e uomo e tra donna e donna, puoi dire che tutte le leggi della fisica e della chimica, della biologia e dell’ astronomia originano dal Caso e che “non c’ è nessun Creatore”; ma la lugubre signora col falcione sta lì, e nessuno, dico nessuno, può scapparle. Hai voglia a organizzare una “mobilitazione della società civile”.
La religione, dai più remoti culti politeisti o pagani che dire si voglia (basti pensare all’ ossessione anche artistica di etruschi ed egizii), si è occupata di assistere, fornire motivi di speranza e rassegnazione a chi se ne va e a chi rimane privato di una compagnia cara o preziosa. Non sono “abitudini”, non sono ”tradizioni” o motivi di “assembramento” ( bestia nera questo, per tutte le dittature di ogni colore, forse pure giallorosso…) : è la civiltà. E se per qualcuno la civiltà è solo fatta di “abitudini”, “tradizioni” o “assembramenti”, questi è un incivile, non è un “laico” o un “non credente” : è un incivile,senza offesa, tecnicamente e moralmente parlando, pandemia o pestilenza che si voglia; e checché ne dica questo o quel DPCM. Ed è un senza Dio, anche se dovesse bazzicare chiese ( se le faranno di nuovo aprire).
Siamo dinanzi a un materialismo spaventoso, che si alimenta per la propria definitiva affermazione, di una delle più ataviche fobie : quella del contagio.
Che poi collaborino a tutto questo scempio stuoli di intellettuali e finanche di uomini di chiesa, non mi schioda dalle mie posizioni proprio per nulla: lasciamo a chiunque le sue scelte in materia di collaborazione e formazione (o lobotomizzazione) dell’opinione pubblica. Buona cinesizzazione!
E infatti, concepire il trapasso e il commiato da questo mondo come una mera procedura di smaltimento di un “rifiuto speciale”in particolari inceneritori, di cui poi presentare regolare fattura non so se elettronica agli eredi; impedire il funerale o limitarlo se va bene, a qualche preghiera per pochi intimi al cimitero guidati da un coraggioso prete ( vi sono ancora concessioni alle “credenze religiose”); è davvero tipicamente “made in people’s republic of China”.
Come dicevo però, è accaduto che a Bergamo le salme delle vittime della peggiore ondata pandemica siano state sequestrate manu militari, e spedite “allo smaltimento” ovvero in forni crematori a Ferrara. A questo punto, neanche si capisce il disturbo di sistemarle in bare, e perché non gettarle tutte in una fossa comune: di sicuro, vi sarà un qualche regolamento d’ igiene ostativo, non certo qualche sentimento umano. Ma tanto è stato, e anche questo, “muti e rassegnati”, si è dovuto sopportare.
Che però agli umiliati, attoniti eredi la Repubblica non solo non chieda scusa ma addirittura inoltri regolare fattura, è davvero troppo e ha fatto dichiarare al senatore Calderoli “Da Roma esigiamo che parta una lettera di scuse destinata ad ognuna di queste famiglie. Si vergogni Conte, si vergognino i suoi ministri”.
Parole forti, come d’ altronde forte è la testimonianza di una familiare di un perito nella pandemia, dalla RAI forse convenzionalmente chiamata Cristina : ha lottato per sapere la sorte della bara del padre. Dice che “c’è anche chi ha avuto storie peggiori. C’è chi ha avuto urne perse, chi ha avuto bare che non si sono trovate, se non dopo una o due settimane, perché i cimiteri sono nel caos”.
Come si fa a dire, come hanno potuto dire che andrà, che sarebbe andato, “tutto bene”? Motto di straordinaria stupidità, oltre che spietatezza. E di inquietante materialismo.
A.Martino
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