EDWARD SNOWDEN VEDE NERO PER IL FUTURO DELLE NOSTRE LIBERTA’

Edward Snowden, ex agente della potentissima agenzia statunitense di spionaggio e controspionaggio National Security Agency, è stato ospite nella scorsa settimana, del Copenhagen International Documentary Festival; e lo è stato in modalità di videoconferenza non solo per la particolare, drammatica emergenza che ovunque si vive, ma anche perché, braccato dalla “Giustizia” statunitense o comunque da un temibilissimo potere, fa bene a non mettere piede fuori dalla Russia e meglio ancora da Mosca, ove gli è concesso asilo.

Anche se, ci rendiamo conto, la prospettiva di mai più rivedere la propria patria gli è sicuramente penosa; per noi de L’ Ortis è , diciamolo sic et simpliciter, un eroe e un vero americano cui la coscienza, a un dato momento, ha imposto di alzare il velo sulle ipocrisie e menzogne del Sistema euroatlantico che proprio nel controllo sempre più stringente e soffocante di qualsiasi dato comunicativo coinvolgente ogni essere umano ha un suo fondamentale caposaldo. La privacy è una assurda ipocrisia, tanto più tutelata con firme in deroga e ostacoli alla conoscenza di nostri dati da parte dei comuni nostri interlocutori, ma non da parte del Sistema. E nel 2012 Edward Snowden decise di saltare il fosso rivelando dati segretissimi e provocando uno dei più grandi affaires spionistici della Storia. Dalla sua vicenda indubbiamente unica, Oliver Stone ha tratto un film uscito nel 2016, ovviamente poco entusiasticamente accolto.

Qui di seguito le sue osservazioni e messe in guardia sulla pretestuosita dell’ emergenza Corona virus, confermando le nostre analisi. Fonte un ampio post sul Inside Over de Il Giornale, a firma di Emanuel Pietrobon. Interessante il concetto di “distopia”, vale a dire della versione cattiva dell’ “utopia”: il profetizzare, o peggio l’ assistere all’ inveramento, di un mondo che non vorremmo che mai esistesse, analogamente al 1984 di George Orwell.

Tra due anni questo problema sarà sparito. Ma le conseguenze delle decisioni che prendiamo ora sono permanenti. E penso che questo sia cruciale da tenere a mente: dal punto di vista di una società libera un virus è dannoso, ma la distruzione dei diritti è fatale. È una cosa permanente, si perdono diritti conquistati attraverso rivoluzioni. Sono stati necessari cento anni di sforzi e di lotte per ottenerli, e ci rinunciamo in un momento di panico. Questa è la connessione con l’11 settembre: […] Con la nascita del Patriot Act, abbiamo avuto la nascita della sorveglianza di massa.

Sappiamo tutti che il controllo degli apparati telefonici, particolarmente ora nel mondo degli smart phones, è assolutamente cruciale, Snowden mette in guardia dalle false garanzie di dispersione dei dati acquisibili : “analizziamo lo scenario migliore: cancellano quello che nel codice di identificazione della scheda Sim si chiama MZ, da cui possono risalire al tuo numero di telefono. Poi c’è un secondo identificatore, International Mobile Equipment Identifier, e questo è fisso nel telefono vero e proprio, e non si può cambiare. Questi due identificatori vengono accoppiati. Puoi scambiare la tua scheda SIM e ottenere un altro numero di telefono, ma la compagnia telefonica, la rete telefonica, sa che è lo stesso telefono fisico con una scheda SIM diversa”. Abbastanza elementare, no?

Parimenti inquietanti sono gli orizzonti della cosiddetta intelligenza artificiale: col pretesto dell’ emergenza pandemica, come d’ altronde già suggerito da alcuni importanti think tank americani (abbiamo parlato già della Fondazione Rockfeller), si potrebbe arrivare alla tracciatura proprio della nostra esistenza corporea : “ Sanno già cosa stai guardando su internet, sanno già dove si muove il tuo telefono. Adesso vogliono sapere qual è il tuo battito cardiaco, qual è il tuo polso. Cosa succederà quando inizieranno a mescolare queste informazioni ed applicare l’intelligenza artificiale?

A.Martino

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