LO DICE IL PREMIO NOBEL MONTAGNIER: DIETRO CORONAVIRUS VI E’ UN “APPRENDISTA STREGONE”
Il premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier già era stato etichettato come “deficiente” dalla casta medica che attualmente sta gestendo assieme al potere politico questa, mai abbastanza, maledetta pandemia. Motivo della “scomunica”, l’ aver osato esprimere critiche allo strumento vaccinale contro un virus. Ma non intimorito, non sottomette la sua sua libertà scientifica e prosegue la sua ricerca.
Il medico austro-ungarico Ignac Fuloc Semmelweis, a un enorme prezzo personale e per la propria carriera (prostrato dall’ ostilità dei colleghi) finì la sua breve vita, quarantasettenne , in manicomio : aveva scelto di battersi per la vita delle puerpere, banalmente prescrivendo ai propri colleghi di lavarsi le mani con una soluzione chimica prima di visitare le proprie pazienti. Il grande scrittore francese Louis Ferdinand Céline discuterà nel 1924 la sua tesi di laurea in Medicina proprio sul “riflesso Semmelweis” ovvero la tendenza spontanea dell’ establishment scientifico, nel rifiutare in modo preconcetto qualunque idea nuova.
E’ anche vero che definire un premio Nobel, quale estraneo all’ establishment è un’apparente assurdità: bisognerebbe però interrogarsi al riguardo, ed esaminare i complessi intrecci nel mondo di oggi tra baronie universitarie, feudi della sanità pubblica e privata, do ut des politici e ambizioni di potere, e materialissimi interessi economici. E che qui, più che secoli di abitudine mentale, vi è una smentita di un certo modo di raccontare i fatti corrispondente a versioni “certificate” e politicamente accettabili ( le vere fake news che poi sono spesso proprio quelle sistemiche o main stream, come già anche da noi spiegato).
L’ ultima intervista del professor Montagnier farà sicuramente molto discutere; o forse, al contrario, il main stream si affretterà a diffondere veline di silenzio. Questo poi, dipende dalla forza teorica e dalla inconfutabilità dei dati nell’ immediato.
Riportiamo il servizio di ieri sulla sulla versione digitale del prestigioso foglio napoletano Il Mattino. Comunque, ognuno è libero di continuare a credere religiosamente in “quello che dice la televisione”; non abbiamo la verità in tasca, non siamo virologi o immunologi, ma semplicemente non ci fidiamo delle verità di Stato con le sue ripetute contraddizioni e macroscopiche lacune. E abbiamo l’ umiltà di attribuire autorevolezza a chi autorevole è (bello sforzo..).
Il coronavirus è frutto di una manipolazione: lo afferma non uno studioso qualunque, ma il professore Luc Montagnier, Nobel per la Medicina 2008. Lo ha detto ieri in una lunga intervista ai microfoni di un podcast francese specializzato in medicina e salute. Il Covid-19 sarebbe uscito accidentalmente da un laboratorio cinese a Wuhan dove si studiava il vaccino per l’Aids. Secondo il professor Montagnier, che nel 2008 ha scoperto proprio l’Hiv come causa dell’epidemia di Aids, la Sars-CoV-2 è un virus che è stato lavorato nell’ultimo trimestre del 2019.
“Con il mio collega, il biomatematico Jean-Claude Perez, abbiamo analizzato attentamente la descrizione del genoma di questo virus Rna – ha spiegato il Nobel nell’intervista – Non siamo stati primi, un gruppo di ricercatori indiani ha fatto uno studio che mostra come il genoma completo di questo virus abbia all’interno sequenze di un altro virus, appunto quello dell’Aids. Il gruppo indiano ha poi ritrattato, ma la verità scientifica emerge sempre. La sequenza dell’Aids è stata inserita nel genoma del coronavirus per tentare di ricavarne un vaccino”.
Secondo lo scienziato, gli elementi alterati di questo virus verranno comunque eliminati man mano che si diffonde: «La natura non accetta alcuna manipolazione molecolare, eliminerà questi cambiamenti innaturali e anche se non si fa nulla, le cose miglioreranno, ma purtroppo dopo molte vittime». Inoltre, ha aggiunto Montagnier che ha anche dato una sua soluzione: «Con l’aiuto di onde interferenti, potremmo eliminare queste sequenze – ha spiegato – e di conseguenza fermare la pandemia. Ma ci vorrebbero molte risorse. Quindi – ha concluso – la storia del mercato del pesce è una leggenda. Non è possibile che sia solo un virus trasmesso da un pipistrello, probabilmente è da questo che sono partiti, poi lo hanno modificato. Forse volevano fare un vaccino contro l’Aids utilizzando un coronavirus come vettore di antigeni. Un lavoro da apprendisti stregoni. Perché non bisogna dimenticare che siamo nel mondo della natura, ci sono degli equilibri da rispettare. La natura elimina la sequenza del genoma del coronavirus».
Complottismo? «No – risponde il professore – il complottista è colui che nasconde la verità. Credo però che in questo caso è il governo di Pechino che ha nascosto le cose. Ma la verità però viene fuori come ho detto. Ma errare humanum est, e non è il caso di fare accuse ora né di aprire inchieste. La Cina è un grande Paese e spero che sia in grado di riconoscere un errore”.
A.Martino
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