CON IL “MES” ANDRA’ TUTTO IN MALORA, MA FORSE E’ UN BENE PERCHE’ …
Ora molti dei nostri lettori ci hanno scritto in privato (postmaster@lortis.it) per sapere cos’altro potrà accadere al nostro Paese e questo, non certo perché siamo dei maghi ma molto più semplicemente perché c’è grande smarrimento nel popolo.
Il sogno europeo, infatti, per tutti si è infranto, anche tra gli europeisti più convinti e come da noi già denunciato in più di un’occasione, in Italia, attualmente, mancano delle serie figure, di riferimento, credibili.
Pertanto, interpretando il desiderio di molti, ci permettiamo di illustrare il possibile sviluppo dell’attuale situazione politica italiana.
Al di là di ciò che Conte va spergiurando, “alla fine della fiera”, l’Italia accetterà il MES.
Fatto ciò, finita l’emergenza sanitaria, molto probabilmente tra maggio e giugno, l’attuale Esecutivo sarà rimpiazzato da una grande coalizione: maggioranza più opposizione con a capo Mario Draghi.
La leadership di Draghi servirà a indorare la pillola: a mascherare la Troica che in questo modo non sarà fisicamente presente (famoso MES light) ma sarà tutelata in tutto e per tutto dall’ex Presidente della BCE, il quale – con la maestria e lo zelo che lo hanno già contraddistinto ai tempi delle grandi privatizzazioni delle tante società a partecipazione statale – provvederà all’ulteriore dismissione dei cosiddetti gioielli di famiglia.
Tutto sembrerà filare liscio come l’olio, come già è accaduto in precedenza in quel di Atene, se non fosse che, per nostra grande fortuna, questi signori hanno fatti i conti senza l’oste.
L’Italia, piaccia o non piaccia, non è affatto la Grecia.
Il nostro Paese è famoso per l’arte dell’arrangiarsi, e qui, più che in ogni altra parte del mondo, il lavoro nero ha un peso importantissimo, ergo, molti di questi lavoratori sommersi, essendo rimasti senza alcuna tutela per tutto questo tempo, alla fine dell’emergenza Covid-19, si aggireranno per lo stivale come lupi disperati e famelici, quindi disposti a tutto.
A questa ampia platea vanno aggiunti:
- I tanti piccoli imprenditori che – non potendo in alcun modo accollarsi un altro debito, cioè quello proposto dal famoso bazooka da 400 miliardi di Euro, ai vecchi debiti pregressi – si ritroveranno praticamente in mezzo alla strada;
- Le tante famiglie che vivevano con la sola pensione d’anzianità dei loro genitori o nonni e che, a seguito della dipartita di questi ultimi, a causa del CoronaVirus, sono rimasti senza reddito e quindi disperati.
Tutti costoro potrebbero essere dei pericolosi rivoluzionari.
Se poi si pensa che questi ultimi possono essere anche sobillati adeguatamente, in alcune zone d’Italia, dalla malavita – la quale, nel mentre, ha riguadagnato ingenti fette di territorio poiché, a differenza dello Stato Italiano, ha notevoli risorse finanziarie per sostituirsi alle legittime istituzioni nel reperimento dei beni di prima necessità – la cosa si fa ancora più pericolosa.
Una volta presi i soldi del MES l’Italia dovrà pensare anche di restituirli.
Alle spese di questo strozzinaggio legalizzato, dobbiamo giustamente aggiungere gli importi per la manutenzione e ammodernamento delle infrastrutture già precedentemente programmate e quindi, non procrastinabili.
Se fossimo in una situazione normale, o con delle eccellenti prospettive di crescita, restituiremmo quanto ci è stato dato senza neanche accorgercene, ma siccome, nell’immediato futuro, la crescita non sarà così tumultuosa per pagare tutto questo saremo costretti a:
- Attuare una patrimoniale;
- Tagliare ulteriormente la sanità;
- Cedere la gestione di aeroporti e porti (cosa tra l’altro già avvenuta anche in Grecia);
- Innalzare l’età pensionabile;
- Abbassare l’importo delle pensioni;
- Ridurre il numero delle assunzioni nel pubblico;
- Ridurre gli stipendi;
- Precarizzare ancora di più il lavoro.
Ora, se qualcuno pensasse che, anche di fronte a questo, gli italiani continueranno ad essere un popolo di pecoroni, beh, si sbaglia di grosso!
Costoro infatti, pur avendo ragione sul fatto che la genia italica è, sostanzialmente, stirpe bonaria, dimenticano, grossolanamente, che l’Italia, nel corso del 900, ha contribuito in maniera decisiva alla germinazione e generazione, dei due più grandi totalitarismi del secolo scorso: il fascismo ed il comunismo.
Risposte radicali, queste ultime, agli antipodi ideologicamente, ma, accomunate nella avversione del caos.
Dunque, ciò che si è manifestato nel passato, per una costante vichiana della storia, potrebbe tranquillamente ripresentarsi sotto nuove spoglie oggi.
Se poi vogliamo divertirci a fare gli storici allora mi sento in dovere di citare altri due esempi:
- La Rivoluzione Messicana (1910-1920);
- La Rivoluzione Iraniana (1978-1979).
Nel primo caso, l’evento similare, è rappresentato dalle continue concessioni che lo Stato dell’epoca apportò alle imprese straniere, aggravando così le condizioni di povertà dei contadini e degli operai messicani, a favore dei latifondisti, del capitale straniero e di un gruppo di politicanti e militari che, in maniera a dir poco spregiudicata, gestivano le risorse pubbliche. Ebbene, in questo frangente sorse il funesto mito della cosiddetta “macelleria messicana”.
Nel caso delle rivolte contro lo Scià questi fece il tragico errore di confidare nella fedeltà del proprio esercito, il quale, chiamato ad intervenire contro i rivoltosi, rimase acquartierato nelle proprie caserme facendo così disciogliere il regime imperiale in un battibaleno. Allo stesso modo, in Italia, c’è qualche politico folle che possa mai credere che i Carabinieri, la Polizia, o l’Esercito, possano, di propria sponte, salvo qualche caso isolato, sparare contro una folla di connazionali che chiedono solo la caduta del Governo o un cambio di regime? Io credo di no, perché se ci fosse qualcuno che crede in questo sarebbe da ricovero coatto. L’Italia non è la Cina, e non è neanche più il Paese degli anni 20 del secolo scorso, dove vi erano dei reparti fortemente politicizzati e ideologicizzati.
Ragion per cui l’Ortis non vuole in alcun modo propagandare la rivolta, ma ha il dovere di indicare – ai propri lettori e all’attuale classe dirigente, per onestà intellettuale e deontologia professionale – gli errori progettuali, i bisogni della Nazione, e la strada migliore per arrivare nel più breve tempo possibile ad una revisione totale degli assetti geopolitici del nostro Paese, revisione, più che mai, dopo il Covid-19, necessaria.
Lorenzo Valloreja
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