I RIGATONI E SPAGHETTI BELLACIAO E POLITICAMENTE CORRETTI DEL COMUNE DI PARMA

Chiediamoci : nel Regno Unito, una municipalità condiziona un’assistenza pubblica ai bisognosi, a una autocertificazione di rispetto e devozione verso la famiglia regnante? In Francia, se sei povero in canna non muori di fame solo se rilasci una dichiarazione di adesione ai “valori repubblicani”? In Spagna di questi tempi di Coronavirus, è necessaria l’ autocertificazione di antifranchismo? Ovviamente, no.

Le cose non stanno affatto così in Emilia-Romagna, regione rossa per eccellenza e antonomasia, culla delle famose “sardine” che ancora esistono solo per il diritto di accesso di Santori ai giornaloni tramite intervista. Infatti a Parma il sindaco Federico Pizzarotti (ex grillino) ha ufficialmente condizionato ( o piuttosto ci ha forse provato) l’assistenza del disagio economico e dell’ emergenza pandemica, all’adesione al Pensiero Unico politicamente corretto.

Infatti ieri (3 aprile, nda) un cittadino residente in Parma (Emanuele Bacchieri) , essendo nelle condizioni per richiedere il sussidio municipale finanziato dal governo nazionale, ha intrapreso il necessario percorso in Rete. Con sua sorpresa però, quando arrivato alla fine, si è visto dinanzi a una particolare richiesta di autocertificazione . Dinanzi, cioè a una sfilza di professioni di fede laica come riconoscersi “….nei principi costituzionali democratici e di ripudiare il fascismo e il nazismo” (ma non sono finiti nel 1945?) , “non professare e fare propaganda di ideologie nazifasciste” (una evidente ripetizione vagamente ossessiva), “xenofobe, razziste, sessiste o in contrasto con la Costituzione e la normativa nazionale di attuazione della stessa (XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana, art.4 l. 645/1952, L. n.205/1993 e loro eventuali successive modifiche)….”. Il tutto, tra l’altro ha quel classico tono petulante e monocorde , tra il tribunalizio e il questurino, davvero ridicolo se nella circostanza non vi fosse piuttosto, purtroppo da piangere. E come se chi (nostro fratello italiano con grossi problemi) costretto a stilare una domanda del genere, dovesse fornirsi di copia della costituzione e di codice penale.

Il sig. Bacchieri ha immediatamente pubblicato un post documentato di protesta su Facebook e l’ opposizione ha immediatamente reagito, oltre che una larga fetta di opinione pubblica già esacerbata da una quarantena apparentemente senza facile via di uscita con relative agghiaccianti conseguenze socioeconomiche; nell’ immediatezza che ormai i socials consentono.

 “Il Governo chiarisca se nell’erogazione dei pochi fondi che ha destinato ai Comuni per aiutare con buoni spesa chi, in questo periodo di grave crisi sanitaria ed economica, non ha soldi nemmeno per mangiare, avesse previsto, così come sta facendo il Comune di Parma, che anche la pastasciutta dovesse risultare antifascista“.

Lo dichiara Tommaso Foti, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera annunciando interrogazione al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per avere chiarimenti in merito alla decisione del comune di Parma di erogare buoni spesa solo a coloro che sono disposti a firmare un modulo nel quale si dichiara di non criticare la Resistenza e l’antifascismo e contestualmente di ripudiare ogni forma di xenofobia e razzismo.

“Trovo vergognoso- conclude Foti- che in qualunque momento un comune possa decidere a chi concedere buoni pasto e a chi no solo in base alle sue idee politiche. Ma farlo in un momento come questo, con l’Italia in ginocchio per l’epidemia Covid-19 e’ altresi’ squallido e indegno. Il governo faccia immediatamente chiarezza e prenda le distanze dal sindaco di Parma”.

A Parma –  scrive Giorgia Meloni leader di Fdi in un post su Facebook – il ricatto del sindaco e dalla sinistra: buoni pasto per chi è in difficoltà in questa emergenza solo a chi si dichiara antifascista tramite modulo. Chiedo l’immediato intervento del Ministro dell’Interno per mettere fine a questa pagliacciata“.

Questa mattina, la capitolazione del sindaco dell’ ex glorioso ducato: “In merito ai buoni spesa è stato erroneamente inserito parte di un regolamento che vale per la richiesta di sale civiche, patrocini e contributi per attività ed eventi. In questa parte c’è scritto che se professi xenofobia, razzismo e nazismo non puoi beneficiare di sale civiche, patrocini o contributi dal comune di Parma. Da noi è e rimarrà così, ma non vale per i bonus spesa. Correggeremo l’errore, grazie a chi lo ha fatto notare“”A Parma – ha aggiunto – nessuno viene lasciato indietro, e i bonus spesa per l’emergenza non si negano a nessuno“. Poi si è rivolto a chi lo ha attaccato ( diciamo così) sui socials : “Se foste di Parma e aveste bisogno di accedere al servizio, accedereste nonostante tutto il vostro odio represso contro l’altro. Parma è fatta così”.

Alla fine insomma,  Pizzarotti ha avuto il buon senso (o gli è stato consigliato) di “metterci una pezza” come si dice dalle mie parti , ma pur sempre con una discreta dose di veleno pensierounicista. A parte la prassi da orwelliana polizia del pensiero,  sgradito all’ amministrazione comunale,  in materia di concessione di spazi e sovvenzioni culturali (ma proprio in verità di altri comuni che se ne sono dotati negli ultimi anni), e a parte la retorica sull’ “odio” che è sempre e comunque degli altri se osano fiatare, mai della propria parte, un messaggio che sintetizzerei così lo lancia: va bene, un piatto di pasta non lo neghiamo a nessuno, ma attenti a quello che dite e che fate….

A.Martino

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