FUGA DEI CERVELLI: UN DANNO DA 50 MILIARDI DI EURO
Negli sudi di “DiMartedì”, verso la fine dell’intervista a Matteo Salvini, il conduttore, Giovanni Floris, chiede al proprio ospite: << Chi è Orban? >> E mostrando il cartello n°24 dalla regia vengono snocciolate le accuse dell’UE al Governo di Budapest che hanno portato alle sanzioni secondo l’Art.7 del TUE.
Ora, pur non volendo fare noi gli avvocati difensori del Premier Ungherese – in primis per non risultare petulanti, in quanto, la questione della lotta alle ONG di Soros e la possibilità che un Paese possa liberamente scegliere se ospitare o meno dei migranti ci trova pienamente d’accordo e poi perché, se vogliamo dirla tutta, la responsabilità del fatto che l’Ungheria, come molti altri Paesi dell’Est europeo, in questi ultimi decenni, ha ricevuto molto di più di quanto ha versato è tutta da addebitare alle elite della sopraddetta Unione Europea (in particolar modo di quella tedesca) la quale si è mossa, in tal modo, solo ed esclusivamente per fiaccare le economie e le industrie nazionali di Paesi come il nostro, vicenda che, tra l’altro, ho già abbondantemente trattato nel mio ultimo saggio intitolato “AL DI LA’ DEL PREGIUDIZIO – saggio sul perché l’Italia per rinascere debba tassativamente: Uscire dall’Unione Europea; Uscire dall’Euro; Uscire dalla Nato; Allearsi alla Russia di Putin” – è fuor di dubbio che quando si sente dire da certa stampa: << i laureati che hanno utilizzato sussidi pubblici (ad esempio borse di studio statali, riduzione delle tasse universitarie, ecc. ecc.) sono obbligati a restare in Ungheria per 10 anni, non possono uscire … gli piace la California? … non si può! >> è impossibile non intervenire entrando nel merito perché è evidente che una simile polemica è del tutto speciosa.
Voglio dire, soprassedendo su tutti gli altri capi d’accusa, si può condannare un Paese come l’Ungheria perché ritiene di non dover svendere i propri cervelli? È possibile per una Nazione sovrana facente parte dell’UE attuare le politiche scolastiche che ritiene più opportune?
Evidentemente, vedendo le accuse che vengono rivolte ad Orban anche su questo fronte, la risposta è no!
L’Italia ad esempio spende, mediamente, per formare i propri laureati, dalla scuola primaria all’ultimo anno dell’università, circa 170 mila Euro a studente, con i flussi migratori dei nostri giovani cervelli che fuggono all’estero abbiamo perso, ad oggi, più di 50 miliardi di Euro in capitale umano.
Di conseguenza il nostro Paese ha speso 50 miliardi, gli altri lo hanno acquisito a costo zero e questo senza contare il danno dovuto al fatto che questi italiani emigrati non faranno come i loro nonni che risparmiavano come delle formichine per costruirsi una casa qui, acquistare della proprietà nel proprio Paese d’origine, per poi passare una serena vecchiaia in Italia, no di certo. Gli italiani che emigrano nel terzo millennio, nella stragrande maggioranza dei casi, vanno all’estero per stabilirsi lì e mai più tornare.
E con questi presupposti come fa una Nazione, degna di questo nome, a non prendere dei provvedimenti?
Ciò che ha imposto Orban agli universitari ungheresi dovrebbe essere imposto anche ai nostri connazionali e non certo per voler limitare loro la libertà ma semplicemente per contrastare questo sistema anarcocapitalista che sta letteralmente disgregando ogni cellula della nostra società.
Per dirla tutta un simile provvedimento dovrebbe essere applicato anche ai tanti pensionati che fuggono all’estero.
Se ci pensate siamo veramente alla barzelletta, infatti: Gli odierni lavoratori, con i propri contributi, pagano le rette dei nostri attuali pensionati. Una parte di questi ultimi però, cioè quelli che tra l’altro percepiscono una pensione “decente”, si trasferiscono all’estero dove, usufruendo di un regime fiscale migliore, comprano casa, fanno la spesa, spendono i soldi che mensilmente l’INPS manda loro.
Ora come può continuare ad andare avanti un simile Paese? Oltre che un mistero è, effettivamente, un miracolo.
Urge pertanto, da parte di tutti, una reale presa di coscienza.
Se Orban deve essere condannato, perché limita la libertà dei propri laureati, vogliamo esserlo anche noi perché è nostra aperta intenzione, per il bene dell’Italia intera, fare anche di “peggio”.
Lorenzo Valloreja
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