CHISSA’ COSA CI STA PREPARANDO IL DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO

Da Twitter apprendiamo che questa mattina il presidente della repubblica francese Emmanuel Macron ha incontrato il cancelliere federale tedesco Angela Merkel e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Non è una indiscrezione o una congettura, lo ha scritto proprio Macron.

Probabilmente, il nostro governo lo ha appreso magari qualche ora prima: ma siamo lì, la sostanza non cambia. E per inciso, a quanto pare, il vezzo di comunicare atti di stato o politici del massimo livello mediante due righe sui socials non è una fissazione del presidente USA ; o quanto meno, Donald Trump ha decisamente fatto scuola.

Ma veniamo a noi , e a quanto scritto da Macron : “Questa mattina coordinamento europeo con Ursula von der Leyen e la cancelliera Angela Merkel. Lavoriamo tra europei. Nelle prossime ore decisioni difficili”.

Oggi (16 marzo 2020, ndr) si è vissuto l’ ennesimo tonfo delle borse e di quella di Milano in particolare, e l’ Italia si è permessa (anzi, le hanno permesso) di destinare venticinque miliardi di euro ( il tutto è benissimo descritto nell’articolo odierno di Lorenzo Valloreja) alla drammatica emergenza nazionale che ben conosciamo.

Hanno forse discusso di una “soluzione finale” riguardo l’ Italia?

O si stanno decidendo “semplicemente” delle misure europee contro la diffusione del dannato Coronavirus? E certo, è ormai acclarato che non è solo un guaio italiano! Vogliono chiudere ermeticamente le frontiere verso di noi? Inutile congetturare, domani Macron annuncerà le “sue” misure e probabilmente le altre a livello di Unione europea.

Una cosa è sicura: il direttorio franco-tedesco funziona alla grande, gli euromani di casa nostra devono accontentarsi di una pacca alla spalla o di una specie di poesiola recitata in italiano dalla baronessa von der Leyen. E devono sperare che non si decida di farci scivolare sempre più a sud-est, verso la Grecia.

Di fatto, l’Italia si trova come in guerra da almeno dieci giorni o peggio : nel 1940 o nel 1915 si piangevano sì i caduti per la patria, ma la vita lontano dal fronte continuava, cinematografi e teatri lavoravano anche più del normale proprio per aiutare il “fronte interno”.

E nel 1915 col terremoto di Avezzano, qualcuno nell’ alto comando austro-ungarico propose un attacco “preventivo” all’ Italia, prima che questa dichiarasse ormai scontatamente, guerra. Il vecchio imperatore Francesco Giuseppe che un presidente americano aveva definito “first gentleman of Europe” rifiutò con sdegno.

Il parallelismo è poco azzardato, oggi siamo “partner europeo”, ieri eravamo alleato teorico. E questa pestilenza ci rende più vulnerabili e ricattabili. Anche perché gli altri, pur coinvolti, possono usare tutti i fondi che vogliono lasciandosi il cappello sulla testa.

Ma attenzione : né Macron né le due signore in questione, sono lontanamente paragonabili, antropologicamente, politicamente e culturalmente a Francesco Giuseppe. Attenzione.

A.Martino   

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