I MERCATI INFESTATI DA CORONAVIRUS, SCIACALLI E SQUALI. E NOI SUDDITI RECALCITRANTI MA OBBEDIENTI DI BRUXELLES E FRANCOFORTE.
Il 12 marzo 2020 è una data che verrà ricordata nel libri di storia finanziaria e non . Particolarmente per l’ Italia: quel particolare strumento finanziario detto Borsa , con cui quotidianamente si prezzano grazie all’ incrocio tra domanda e offerta , i prezzi delle più importanti società per azioni italiane , ha scontato la peggiore perdita di sempre, con l’ indice Ftse MIB comprendente i principali titoli precipitato alla sua chiusura, del 16, 92 % .
D’ altronde, in queste tre settimane in cui il Coronavirus ha dilagato in Italia nonostante le minimizzazioni iniziali di chi poi ci ha messi agli arresti domiciliari, e gli inviti fino a dieci giorni fa ad affollare ristoranti cinesi e musei (gli uni per correttezza politica, gli altri per snobismo cuor di leone), il principale listino di borsa suddetto capitalizzante i quattro quinti della Borsa milanese, ha perso vertiginosamente. Potrà dire, specie chi si tiene lontano dal famigerato “giocare in borsa” : chi se ne frega, abbiamo ormai da salvare tutti la pellaccia !
Però, se questa pellaccia la salveremo, rischiamo di ritrovarci, anche e forse in larga misura per questo, arrabbiati quanto vorremo contro i soliti Europa, mondialismo, ecc., ma ormai davvero in bocca al lupo senza nemmeno un coltello da bistecca in mano. Certo, perché le nostre banche, assicurazioni, poche grandi industrie rimaste, produttori di energia e materie prime, se i prezzi non rialzeranno o se dovessero addirittura ulteriormente collassare, saranno bellissime occasioni per saldi da liquidazione totale del Sistema Italia: basterà che un qualunque fondo sovrano, o Soros o Rotschild voglia togliersi lo sfizio, staccare l’ assegno ( si fa per dire), e il gioiello sarà suo.
Facciamo un esempio. Al momento in cui scrivo, a borsa chiusa tra sabato e domenica , Intesa San Paolo quota 1,55 euro; aldilà del valore sostanzialmente irrisorio della sua capitalizzazione, l’ istituto bancario torinese si accinge ai riconoscere ai suoi azionisti un dividendo lordo di 0, 19 euro. Ciò vuol dire che un controvalore di un milione e centocinquantacinquemila euro saggiamente investito dai soliti “padroni del vapore” al momento giusto, quando “il gioco si fa duro” e i deboli vendono terrorizzati mentre essi comprano, frutterà ben centonovantamila euro lordi. Niente male, vero? Tanto da far venire la voglia di diventare proprio azionista di maggioranza: dai, a questi prezzi…Discorso analogo si può fare per Enel, Eni, Unicredit, e così via : certo, in queste megaaziende privatizzate a cavallo del nuovo secolo lo stato può sempre esercitare la “golden share” ma siamo sicuri che lo farà? E se dovesse prevalere la ragion non di stato ma d’ Europa, o l’ “apertura ai mercati” che fa tanto moderno ?
Ma il 12 marzo 2020 non è stata solo la legittima paura da Coronavirus con relativa psicosi di massa, a terremotare i mercati e quello italiano in particolare: ci si è messa anche e soprattutto, la neopresidente della BCE Christine Lagarde come ormai forse anche i cani e gatti di casa sanno. E la francese ci si è messa sconfessando in pratica l’ operato del suo predecessore italiano riguardo alla lotta contro lo spread ( il differenziale di rendimento tra BTP decennale e il suo omologo tedesco) mediante l’acquisto massiccio, da parte della BCE, di titoli di stato. Oltre alla borsa azionaria, quindi, è schizzato verso l’alto il tanto temuto, e famigerato spread con alluvionale vendita di titoli italiani . Venerdì 13, recupero a metà dopo che il numero due della BCE ci ha messo una pezza con una dichiarazione molto più conciliante. Ma lunedì 16, l’ eurothriller riguardante i nostri soldi continuerà.
Ah, dimenticavo : il MES è lì che aspetta, col fascicolo aperto alla pagina dove una bella X aspetta la firma di Gualtieri e/o Conte ammesso che già non vi sia, con buona pace di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Ringraziamo con sincerità il Presidente Sergio Mattarella che a difendere la dignità e gli interessi italiani almeno ci ha provato con una nota ufficiale irritata ( e non è poco , in un establishment così europeista ), e anche il Copasir ( il comitato parlamentare sui servizi segreti ) che vuole “vedere chiaro” in tutto questo vespaio dei famosi “mercati”.
Dubitiamo però fortemente che l’ uno e l’ altro ottengano qualcosa di serio. La “poliziotta buona” Ursula, che tra l’ altro non ha alcun potere effettivo in materia finanziaria ha registrato un messaggio tanto carino di vicinanza agli italiani ( in italiano, pensa che delicatezza) e la BCE può avvalersi dell’ inviolabilità degli atti e delle persone. Ed allora, con tutto il rispetto, di grazia, mi dite di che parliamo?
A.Martino
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