I “POPULISTI” ANCORA AL CENTRO DI OGNI TURBAMENTO PAPALE

Sembra proprio che il “populismo” non abbia alcun diritto di cittadinanza nella pastorale e catechesi bergogliane: il papa argentino torna sull’argomento, come da anticipazioni del Corriere della sera sull’ultimo libro libro del pontefice “Io credo, noi crediamo” contenente delle interviste rilasciate a don Marco Pozza per TV 2000.

“Quando vedo cristiani troppo puliti che hanno tutte le verità, l’ortodossia, la dottrina vera, e sono incapaci di sporcarsi le mani per aiutare qualcuno a sollevarsi, non sanno sporcarsi le mani; quando vedo questi cristiani io dico: ma voi non siete cristiani, siete teisti con acqua benedetta cristiana, ancora non siete arrivati al cristianesimo”. Qui risaltano due aspetti : il vivissimo fastidio (davvero singolare e bizzarro per colui che dovrebbe essere il primo dei teologi) per la purezza e ortodossia dottinaria e la forzatura per cui l’ amante della Verità sarebbe solo per ciò una persona senza cuore, un misantropo, un fariseo del Duemila.  

Ma non finisce qui, l’avversione al “populismo” è proprio destinata ad essere il vero e proprio lascito intellettuale di questo pontificato, sconfinante in una sorta di disprezzo e vera e propria demonizzazione: “I populisti sono uomini e donne che pensano solo a se stessi — non agli altri, che abbandonano alla miseria, uccidono o lasciano morire — e alimentano il culto di sé, credendosi Dio”. Ogni movimento populista  basa la sua azione sull’ appeal e sulla retorica vincente di un leader, che il papa chiama “grande sacerdote” o “portavoce”. Il Santo Padre fa due nomi: Hitler e Napoleone.  E qui la generalizzazione storica è davvero sconcertante e faziosa, da libro di testo della scuola media che deve indottrinare al politicamente corretto repubblicano e demomassonico : il figlio della Rivoluzione francese traditore per i veri rivoluzionari quanto usurpatore per i monarchici, ultimo tra i grandi condottieri di popolo ed esercito ; e il “caporale austriaco” teorizzatore del più pericoloso razzismo mai apparso, dai ben noti ed apocalittici effetti. E Lenin? E Fidel Castro ? E Gheddafi ?

E poi: come mai tace sempre di quello che nel linguaggio politico e giornalistico fino a dieci o quindici anni fa era considerato il “populismo” per eccellenza cioè il peronismo argentino, prima che la religione del politicamente corretto trasformandolo in insulto ampliasse a dismisura i connotati distintivi dei “populisti” del passato e del presente?

E coerentemente,nessuna parola, nemmeno, sui “populismi” o sui “grandi sacerdoti” “di sinistra così cari ai salotti radical chic o all’amico Eugenio Scalfari, quali lo scarcerato Lula ricevuto subito in Vaticano, o lo spodestato boliviano Morales. E’ la “religione dell’ umanità” a livello di sardine, tutto qui.

A.Martino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *