È di questi giorni la preoccupante notizia del picco di caldo registrato in Antartide dalla stazione argentina di “Esperanza: 18,3 gradi centigradi.

Benché questa temperatura sia anomala per l’estate antartica essa non è la più calda di sempre giacché il record resta ancora a  Signy Island dove, nel 1982, la colonnina di mercurio raggiunse i 19,8 gradi.

Detto questo, il fatto che l’Antartide si stia sciogliendo è un dato ahimè acclarato e la cosa, giustamente, desta grande preoccupazione, con o senza le filippiche di Greta Tumberg, per un’altra questione che pochi ricordano o conoscono, cioè, che l’intera sistema solare si sta surriscaldando.

Si avete capito bene, non solo la Terra, colpita dalla mano distruttrice dell’uomo, sta registrando un innalzamento delle proprie temperature ma la colonnina di mercurio si sta innalzando anche sulla Luna, su Marte, Giove, Urano e Tritone (luna di Plutone).

Ora, a meno che, su questi corpi celesti, non siano gli extraterresti a contribuire all’ammaloramento del clima, l’unico responsabile dell’innalzamento delle temperature non può che essere addebitato al nostro sole e questa cosa mi fa francamente molto più paura di ogni profezia apocalittica della Tumberg, perché, se così fosse, non dipenderebbe in alcun modo da fattori che noi possiamo controllare, ergo, tra mille anni, la razza umana sarà completamente estinta perché sul nostro pianeta ed in tutto il sistema solare, non vi sarebbero più le condizioni affinché la vita possa proliferare.

E, badate bene, ad affermarlo non sono io, Lorenzo Valloreja, puro e semplice astrofilo, quanto un pool di scienziati dell’Università della California.

Il loro studio, tra l’atro, non è neanche del 2019/20 ma risale addirittura al 2007 e la notizia venne diffusa in Italia da Repubblica nell’agosto dello stesso anno.

A questo punto non resta che affidarci alla bontà del buon Dio che voglia, spero, risparmiarci questa atroce fine perché, di coloro che vogliono speculare sul cambiamento climatico, sapendo di non poter incidere nulla, non mi fido proprio.

Lorenzo Valloreja