ORA E’ TUTTO CHIARO! IL “CORONAVIRUS” ALTRO NON E’ CHE LA RISPOSTA DI TALUNI AMBIENTI ALLO STRAPOTERE CINESE SU SCALA GLOBALE

Fino ad ora, noi de l’Ortis, abbiamo atteso a scrivere anche sole due righe riguardo la terribile emergenza del cosiddetto “Coronavirus” perché ci sembrava giusto ed eticamente professionale, raccogliere più elementi, analizzare bene la cose e poi trarre le dovute conclusioni, ebbene oggi riteniamo di aver acquisto questi elementi, ma prima, cari lettori, vogliamo fare alcune considerazioni insieme a voi.

In principio ci è stato detto che il Coronavirus si è diffuso a causa del consumo di carne di pipistrello e di serpente, nei pressi del mercato del pesce della città di Wuhan, in Cina, e poi ci è stato detto, sempre dagli stessi media, che nel capoluogo della Provincia di Hubei vi è un laboratorio nel quale l’esercito cinese studia ed elabora armi batteriologiche e che, in esso, un militare si sarebbe accidentalmente infettato, diffondendo così, in maniera inconsapevole, verso l’esterno, questo patogeno, ma in entrambi i casi ci sentiamo di dissentire fortemente perché:

  1. I cinesi consumano carne di pipistrello e di serpente ormai da migliaia di anni e non si capisce perché, solo ora, all’inizio del 2020, tale consumo possa causare il Coronavirus;
  2. Certo a Wuhan vi è uno dei più importanti laboratori militari al mondo dedicati allo studio di nuovi virus per sterminare gli eserciti nemici ma è altresì vero che se l’Esercito Popolare di Liberazione Cinese fosse in possesso di una simile arma avrebbe senz’altro anche l’antidoto e questo perché nessuna potenza lancerebbe mai un attacco batteriologico se non avesse prima la certezza di poter difendere le proprie truppe.

In conseguenza di ciò possiamo tranquillamente affermare che entrambe le risposte sono false e dunque, che cos’è questo Coronavirus?

Senz’altro un’arma batteriologica ma non cinese, molto più probabilmente di qualche altra potenza che sia in grado di produrre simili diavolerie e che abbia tutto l’interesse a far piegare le ginocchia al Celeste Impero.

Se ciò è plausibile andiamo ad analizzare quale sono i Paesi in grado di sfruttare simili tecnologie:

  • Federazione Russa
  • Israele
  • Stati Uniti.

La Russia va senz’altro esclusa non tanto per questioni di simpatia quanto per questioni geopolitiche: Mosca fa parte del BRIC (Brasile-Russia-India-Cina) e di fatto è un alleato militare di Pechino, Israele è da sempre il miglior alleato degli USA, non ha mai firmato il Trattato di non-proliferazione nucleare, né la Convenzione che vieta le armi biologiche e non ha ratificato quella che vieta le armi chimiche è inoltre molto avanzata in questo settore ma, negli ultimi tempi, ha stretto anche delle relazioni fortissime con la Cina nei più svariati settori, compreso quello militare e per questo mi sento di escludere anche il Mossad.

A questo punto non restano che gli Stati Uniti, l’unico Paese che forse ha veramente l’interesse a fiaccare il Dragone Cinese.

È singolare infatti che l’esplosione di questa strana epidemia sia avvenuta all’indomani della firma tra Trump e Xi Jinping del cosiddetto accordo epocale che ha concluso la guerra commerciale tra queste due potenze. Guerra che, al di là delle dichiarazioni di un Taicun impegnato in campagna elettorale,  è stata vinta, di fatto, da Pechino.

Ora se, poniamo il caso, a seguito dell’esplosione di questo Coronavirus la popolazione venisse più che dimezzata, cioè si scendesse dall’attuale miliardo e mezzo di cinesi ai 700 milioni di individui, con molta probabilità la Repubblica Popolare Cinese non si rialzerebbe più, anche perché, a seguito di questa epidemia, vi potrebbero essere dei tumulti interni che destabilizzerebbero seriamente la Nazione, cosa che, tra l’altro, già sta avvenendo con ulteriore vigore nella ribelle Hong Kong.

Se poi colleghiamo il fatto che un’eventuale crollo demografico in Cina causerebbe:

  • Un elevato calo delle emissioni di CO2 (vedi consumi di carbone e produzioni di gas serra);
  • Un allentamento della pressione produttiva in ambito agroalimentare (vedasi intere regioni dell’Africa oggi assoggettate ai cinesi);
  • Una diminuzione notevole del consumo di risorse primarie (minerali, acque, terreni);

ecco che Washington ne sarebbe ulteriormente avvantaggiata scrollandosi di dosso tutte le attenzioni internazionali per le proprie sconsideratezze ambientali e recuperando tutta la propria influenza geopolitica in quei Paesi oggi assoggettati a Pechino.

Certo, gli elementi ci sarebbero tutti per accusare Washington ma noi, oltre la nostra capacità di analizzare i fatti, non abbiamo i mezzi per consegnare all’opinione pubblica la cosiddetta pistola fumante, tuttavia come diceva Andreotti: << a pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso ci si indovina! >>.

Lorenzo Valloreja

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