SOLO IN BRASILE QUALCUNO DIFENDE GESU’ CRISTO.

Il tribunale di Rio de Janeiro ha condannato la piattaforma cinematografico-televisiva Netflix, a rimuovere un cortometraggio narrante Nostro Signore Gesù Cristo , come una specie di militante gay, anche caricaturalmente effeminato e ridicolo. Ovviamente, la singolare creazione “artistica” è stata ritenuta blasfema. Speriamo vivamente che Netflix adempia.

Non vogliamo né pubblicare immagini tratte dal filmetto, e neanche nominarlo, dato che per le peculiarità dell’ informazione moderna, equivarrebbe a pubblicizzarlo, quindi a renderci noi stessi blasfemi con candida ingenuità; e poi, si sa come vanno le cose al giorno d’oggi, l’omosessualismo è una specie di religione civile del cosiddetto Occidente anche se , a quanto pare, vi è qualche istanza che non si adegua ancora. E’ tra l’altro da tener presente che il Brasile, pur continuando a potersi dire una nazione cristiana, vede una sempre maggiore affermazione delle Chiese evangeliche (o protestanti) finanziate sì dalle potenti consorelle americane e dedite al sociale, ma anche tendenzialmente “fondamentaliste” ( il presidente Bolsonaro stesso è un convertito, che non fa affatto mistero del suo radicale “tradizionalismo” che in fondo altro non è che quello che un tempo anche la Chiesa cattolica predicava e insegnava). La locale Chiesa postcattolica ha invece a cuore ormai, solo la cosiddetta teologia della Liberazione.

Anzi, e a proposito : crediamo che proprio nell’ Iran per qualcuno così pericoloso per il residuo cristianesimo, cui Matteo Salvini contrappone una specie di pio Occidente (glielo contestiamo con bonaria e amichevole sincerità), una tale blasfemia sarebbe punita con rigore non augurabile a nessuno ; tanto per i musulmani sciiti che per quelli sunniti, Gesù Cristo è infatti il più grande profeta dopo Maometto.

Invece, nel cosiddetto Occidente “cristiano” nessun’ altra istituzione ha impedito tale stupido scempio; né i famosi cattolici democratici più o meno al potere, né il clero compreso il Vicario dell’Offeso direttamente interessato (cioè Papa Bergoglio), la cui unica nota faccia irata è finora, solo quella per la fedele importuna ai margini del Te Deum di fine anno.

A.Martino

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