SEMBRA UNA FAKE NEWS, MA E’ VERO: QUALCUNO E’ STATO CONDANNATO PER OLTRAGGIO A “UNA RELIGIONE”, QUELLA CATTOLICA. IL CONDANNATO IN QUESTIONE, UDITE UDITE, E’ OLIVIERO TOSCANI.

Eppure è proprio così, evidentemente il “grande fotografo” è incappato, con buona dose di sfiga data l’esiguità delle categorie in questione, o in un magistrato credente, o più generalmente in un rappresentante della Giustizia alieno a Pensiero Unico e Nichilismo militante di cui il Toscani è esponente in Italia tra i più visibili e interventisti, nonché dotato di un anticattolicismo così integralista da non accontentarsi nemmeno della innocuità e “modernizzazione” della Chiesa bergogliana: insomma, è come quelli che in guerra, presi da una specie di furore barbarico, uccidono il nemico che alza le mani. E poi, diciamolo, con i preti e il cristianesimo è proprio fissato, basti pensare al famoso manifesto di tanti anni fa col carnalissimo bacio tra prete e suora.

Ma sta di fatto, insomma, che l’ Italia pullula ancora di simboli cristiani che fanno imbufalire i vari Toscani o Cirinnà o Odifreddi (nomen omen), e che qualcuno ritiene che siano ancora da tutelare, e non sbeffeggiare, e infatti uno di costoro ha condannato il Nostro (in primo grado) a quattromila euro di multa. Ma che era successo il due maggio 2014?

Durante la trasmissione radiofonica “La zanzara”, Toscani si era calato nei panni di un extraterreste appena sbarcato in una chiesa e aveva detto: “Vedi uno inchiodato alla croce, un altare con dei bambini nudi che volano. Lui non sa che sono angeli. Poi vedi quell’altro sanguinante, ce n’è di tutti i gusti. Io credo che un club sadomaso non sia così all’avanguardia. La Chiesa sembra un club sadomaso”.

E in quel contesto in cui si discorreva di pedofilia, aveva definito il Vaticano “la più grande organizzazione omosessuale” e “la più grande associazione maschilista” del mondo, invitando le donne ad arrabbiarsi per non avere “la stessa parità dei diritti”. E ancora: “Papa Wojtyla? Era contro il preservativo in Africa. Ha fatto dei disastri. Uno che dice in un posto dove c’è l’Aids di non usare il preservativo è un assassino”. Alla faccia della “gloria degli altari”.

Ma ne ebbe pure, come accennato, non solo per l’esecrato “tedesco” ma anche per l’ultramodernista Bergoglio : «L’ultimo show che ho visto a Roma, neanche i più grandi rockettari fricchettoni avrebbero fatto una cosa così, due Papi che fanno santi due altri Papi. È incredibile, tutto fatto in famiglia», aveva detto il fotografo, trattenuto a stento (inutilmente) dai conduttori della trasmissione. «Bergoglio dice delle cose banali – aveva aggiunto – in tutti questi anni qua che cazzo ci hanno detto ‘sti Papi? Delle cose inutili». Da lì era partito per un affondo all’intera Chiesa, «e poi tutti uomini, le suorine di fianco, le serve, le donne… è la più grande invenzione omosessuale che ho mai visto… è una organizzazione maschilista però si vestono da donne, con le sottane e con tutto, fantastico».

E dichiarò un presunto atto di pedofilia subito da ragazzo “che non ho subito perché sono stato veloce a evitarlo”. Dichiarazioni che gli erano costate la querela di due associazioni cattoliche, Giuristi per la vita e Pro vita, le quali chiedevano ognuna 100 mila euro di danni , ridotti alla più che mite sommetta di euro cinquecento a testa (per il Corriere della sera), che per un nababbo equivalgono probabilmente a meno di un centesimo in proporzione alle tasche mie o di chi mi legge, se volgare “sovranista o populista”. Ma è anche vero che per gente così, anche un euro sarebbe un oltraggio, stante la  pretesa licenza di infierire contro tutto ciò che dia loro fastidio.

In questo torrente in piena anticattolico e antireligioso trovò posto anche una incredibile cattolicità di Hitler o Himmler o Heydrich : «domandati che religione avevano quelli dell’Olocausto, quelli dall’altra parte (…) ti ricordi quel manifesto del film di Costa Gavras, c’era una croce cattolica però era uncinata».

Il giudice Ambrogio Moccia lo paragona a un imam estremista: «la definizione di Cristo in Croce come di uno attaccato è una manifestazione di profondo disprezzo per i valori del cristianesimo, una esternazione confrontabile solo al peggior linguaggio propagandistico di un predicatore del fondamentalismo islamista».

Per il magistrato «dichiarazioni sprezzanti al massimo livello» e «una incontinenza verbale di rara offensività». Sbeffeggiando il Crocifisso «massima espressione del Dio trinitario e salvifico», il fotografo ha violato con «debordante, eclatante eccedenza» i confini del Codice.

Grazie, dottor Moccia: forse (anzi, probabilmente) il Suo verdetto sarà ribaltato in grado successivo di giudizio, ma Lei, con serietà e onestà intellettuale, ha provato a dare una testimonianza di civiltà e sana laicità che ci induce a riporre ancora un po’ di fiducia nella Giustizia.

A.Martino  

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