PAPA FRANCESCO SANCISCE NELLA SUA ULTIMA INTERVISTA LA FINE DEL CATTOLICESIMO POLITICO E CULTURALE, E IL SUO CONFLUIRE NEL MONDIALISMO. CHE NE PENSERANNO I CATTOLICI?
Dato che Papa Francesco ci ha dato del nazista (in quanto sovranisti), e che ovviamente l’esito dell’operato, delle idee, della progettualità del nostro mondo ideologico prima o poi si ridurrà a una guerra, sempre a dire di quello che una volta sarebbe stato detto il Sommo Pontefice, ci sentiamo tirati per i capelli a qualche amara considerazione, e drastica conclusione.
Che il capo della Chiesa cattolica propenda, misteriosamente e inquietantemente, verso qualunque istanza del mondialismo secolare e del Pensiero Unico, non è assolutamente per noi una novità, come gli amici de L’ Ortis, se ci seguono dalla sua nascita, probabilmente sanno. L’alfiera dell’abortismo Emma Bonino è per lui una specie di santa.
Che la sbandierata umiltà e tenerezza già al momento della sua elezione si sia ridotta all’ abolizione delle “sfarzose” vesti papali (scelta gravida di conseguenze dottrinali e simboliche certo non ignote a un gesuita), ma non abbia precluso una gestione autoritaria di questo pontificato, fino al recente siluramento dei docenti di teologia e morale”troppo ortodossi” di un istituto vaticano per la difesa della famiglia, è sotto gli occhi di tutti nella Chiesa. Oggi, un sacerdote o un membro della gerarchia ,deve essere più bergogliano che cattolico.
Ma dire in una lunga intervista a La Stampa che “Il sovranismo è un atteggiamento di isolamento”, e dirsi “preoccupato” per certi discorsi che, a suo dire, “assomigliano a quelli di Hitler nel 1934”, come affermare che lo slogan “Prima noi” faccia paura, ha forse davvero passato il punto di non ritorno politico di una leadership postcattolica che è ormai arduo definire “pontificato”. Anche se l’intervista contiene tante altre “perle” teoretiche , terribilmente somiglianti a banalità contraddittorie da Bar Sport a frequentazione sinistrorsa.
E che dire della esaltazione di Ursula von der Leyen, ovviamente non votata dai sovranisti , alfiera dell’omosessualizzazione in Germania e ovviamente esaltata dal Nostro?
Il politicamente corretto ha tre pilastri: l’antifascismo, l’europeismo, le teorie gender, Su questo ultimo aspetto, stranamente, non si sofferma: forse, ritiene che il “popolo” cattolico non sia ancora maturo per ulteriori sdoganamenti. In compenso però, fa una tirata sulla sostituzione etnica che chiama “creatività” esortando a ripopolare i borghi spopolati con nuovi venuti. Qualche parola sul genocidio abortista e il calo della natalità, no? Soros docet.
Riguardo l’antifascismo, Sua Santità si rifà fumosamente alla teoria del popolarismo, cioè la cultura del popolo, sottolineando la differenza tra il popolo che si esprime e l’imposizione dell’atteggiamento populista. “Il popolo è sovrano (ha un modo di pensare, di esprimersi e di sentire, di valutare) – incalza – invece i populismi ci portano a sovranismi: quel suffisso, ‘ismi’, non fa mai bene”. Il sovranismo, insomma, è visto dal Pontefice come “un’esagerazione che finisce male sempre” e che “porta alle guerre”. Peccato che finora i “populisti e sovranisti” Trump ma anche Putin non abbiano scatenato nessuna guerra, a differenza dei grandi destabilizzatori di paesi arabi Siria sciaguratamente in primis e Ucraina, quali il buonissimo Obama e quella pia donna della Clinton. E peccato anche che l’intervistatore non abbia messo l’illustre intervistato a questo punto, in difficoltà con i suoi connazionali chiedendogli un giudizio sul peronismo ma si sa d’altronde, come vadano queste interviste “genuflesse”.
Se si pensa alla profondità del pensiero di Benedetto XVI o di Giovanni Paolo II ma anche alle loro accortezze dialettiche, il confronto è davvero impietoso e impressionante.
Ma è l’europeismo la parte più sentita e appassionata, una sconcertante perorazione di progetto politico di elites autoreferenziali ultrasecolarizzate che negarono al vecchio San Giovanni Paolo II il coronamento storico del Suo pontificato: l’inserimento nella “Costituzione europea” peraltro sostanzialmente naufragata, di un, in fondo, innocuo riferimento alla “radici cristiane” del Vecchio Continente. Ma cosa volete che sia, acqua passata, piccole incomprensioni, scorie dell’incomprensione verso la massoneria luce dell’umanità che ne indica da trecento anni la strada verso il progresso.
Invece delle anticaglie religiose, leggiamo e rileggiamo i “Padri fondatori” d’Europa : Spinelli e Coudenhove-Kalergi, altro che San Agostino e San Tommaso. “L’Europa non può e non deve sciogliersi”, è perentorio il Santo Padre decretando che ci troviamo davanti a “un’unità storica e culturale oltre che geografica”: appunto, altro che radici cristiane, ma chi vuoi che ci pensi ancora….
Poi rifacendosi al “sogno” dei Padri Fondatori, che “ha avuto consistenza perché è stata un’attuazione di questa unità”, invita tutti i leader del Vecchio Continente a “non perdere questo patrimonio”. Bergoglio ammette che l’Unione europea si è indebolita con il passare degli anni, anche a causa dei dissidi interni continui, eppure non ammette altra soluzione se non quella di salvarla. Dopo le ultime elezioni spera, quindi, che tutti gli Stati membri intraprendano “un processo di rilancio”. Sembra di sentire Ursula VDL .
A questo punto, parlare di “mondo cattolico” se non addirittura “civiltà cattolica” non ha più senso se non puramente storico e museale, e i “cattolici in politica” sono solo astratte sfumature della Sinistra mondialista e immigrazionista nelle varianti estremistiche alla Orlando, o felpatissime alla Mattarella.
Che cosa ha provocato questa catastrofe culturale e spirituale? Abbiamo già espresso delle nostre opinioni in precedenti articoli riallacciandoci al percorso storico del Modernismo; e sono possibili visioni millenariste alimentate da profezie di santi quali quella famosa di Malachia, ma qui vogliamo mantenerci su un terreno storico e politico, e ci sembra straordinariamente significativo constatare che in questa lunga intervista non una volta si sia nominato Gesù Cristo. E ci sembra che purtroppo la proverbiale, ferrea gestione vaticana del segreto, del non divulgabile, dell’inconfessabile, saldandosi alle ostinate versioni ufficiali sull’abdicazione di Benedetto XVI, riesca a stendere una cortina fumogena sulla genesi esatta e fattuale, non semplicemente suppositiva, di questa totale resa al mondialismo finanziario apolide e al Pensiero Unico politicamente corretto che ne è la Bibbia dalle radici massoniche.
Insomma, bisogna prendere atto della irreversibile alba del Postcattolicesimo (termine di cui ci arroghiamo il copyright), e auspicare una ricomposizione spirituale e culturale delle radici religiose del popolo italiano, con attenzione e sinergia non solo verso la galassia del tradizionalismo, ma anche verso la Chiesa ortodossa russa, considerabile a questo punto l’unica grande realtà cristiana “non sottomessa”.
Per restare alla contingenza mondana e nazionale, prepariamoci alla “madre di tutte le intromissioni” vaticane nella prossima campagna elettorale in funzione anti destre sovraniste e populiste, e alle mene di Vaticano e vescovi per un governicchio pseudo tenico – elettorale fantoccio della Commissione europea che tenti di impantanare (con qualche aiutino giudiziario) la “gioiosa macchina da guerra” salviniana, e che rispalanchi i porti alle ONG.
A.MARTINO
Lascia un commento