CONCORSO A DIRIGENTE SCOLASTICO: ANCORA TANTE DOMANDE SENZA RISPOSTE.
A meno di un mese dalla pubblicazione della graduatoria definitiva dei vincitori del concorso per il reclutamento dei dirigenti scolastici, il TAR è stato letteralmente inondato da oltre 2000 ricorsi che impugnano la graduatoria degli ammessi all’orale.
Molti docenti, aspiranti dirigenti scolastici, hanno anche denunciato alla Procura della Repubblica alcune irregolarità riscontrate.
Le anomalie rilevate dai candidati sono moltissime:
- il mancato rispetto del principio fondamentale, contenuto nello stesso bando di concorso, dell’unicità della prova scritta a livello nazionale;
- il software fornito da CINECA ha dato segni di malfunzionamento durante lo svolgimento della prova scritta (com’era già accaduto con lo stesso software nel concorso docenti 2016);
- pare che, in diverse fasi della procedura, non sia stato pienamente garantito l’anonimato;
- i documenti informatici delle prove, inviati in formato pdf ai candidati, risultano manomessi nella struttura dei metadati, da quanto emerge da alcune perizie informatiche;
- commissari con il dono dell’ubiquità, che al momento della correzione delle prove risultavano contemporaneamente in due luoghi diversi e distanti tra loro.
Questo e molto altro ancora, in questi giorni, è al vaglio della magistratura.
Alcuni candidati hanno dato vita ad un comitato denominato “Trasparenza è partecipazione”, per garantire giustizia procedurale del concorso, con particolare riferimento alla trasparenza, imparzialità, giusto procedimento e tempestività della macchina concorsuale.
Il presidente del comitato, la professoressa Gabriella Migliaccio, per sensibilizzare le istituzioni, ha cercato contatti con tutti gli schieramenti politici. Tra i diversi parlamentari interpellati hanno dimostrato interesse a conoscere i fatti, il senatore Riccardo Nencini del Partito Socialista Italiano, l’onorevole Carmela Bucalo di Fratelli d’Italia, l’onorevole Stefano Fassina leader di Liberi e Uguali, l’onorevole Antonio Minardo di Forza Italia.
Oltre ai parlamentari suddetti, altri come la deputata di Forza Italia Manuela Gagliardi hanno preso a cuore la questione, presentando interrogazioni in Parlamento , con l’intento di chiedere al Ministro dell’Istruzione di intervenire con una soluzione politica a riguardo.
Il Senatore del PSI Riccardo Nencini, ha organizzato una conferenza stampa il 19 giugno 2019 in cui hanno potuto esprimere le proprie ragione alcuni componenti del comitato. Il Senatore Mencini in questa occasione ha affermato quanto segue: «Il ministro deve svolgere un ruolo di controllo, in ragione della sua funzione istituzionale, e se le cose non tornano ha l’obbligo di fermarsi e istituire almeno una commissione di inchiesta interna per vederci chiaro, se non vuole rivolgersi direttamente alla magistratura. Se fossi nei panni del ministro – ha concluso – sarei almeno preoccupato». Il Ministro Bussetti, dall’altra parte, non sembra intenzionato ad occuparsi della faccenda. Recentemente, un noto giornale nazionale l’Espresso, ha dichiarato: «Non tocca a me vigilare, andremo avanti. Il mio auspicio è avere il prima possibile i Dirigenti scolastici neoassunti in servizio. Ne abbiamo un grande bisogno, le scuole li stanno aspettando».
Molti sono i sindacati appoggiano la scelta del Ministro, giustificandola con la necessità di assumere con urgenza i nuovi dirigenti, per ovviare all’alto numero di reggenze nella scuola.
Il giorno 25 e 26 marzo 2019, al momento dello scioglimento dell’anonimato, i sindacati non sono stati convocati per vigilare sul regolare funzionamento dell’operazione, alla quale sono stati presenti solo un delegato e il segretario di ciascuna delle trentasette sottocommissioni che hanno corretto gli elaborati scritti. Tale circostanza ha tradito i principi di trasparenza della pubblica amministrazione, alimentando dubbi sulla regolarità della procedura. I sindacati, convocati al MIUR il 21 marzo 2019, per una informativa sull’iter concorsuale, forse avrebbero dovuto esigere di presenziare all‘operazione di scioglimento dell’anonimato.
Un altro elemento che ha violato il principio di trasparenza della pubblica amministrazione è stata la pubblicazione, non di una graduatoria, ma di un elenco alfabetico degli ammessi alla prova orale da cui non si evince alcuna valutazione dei candidati ammessi. Gli elaborati relativi alla prova scritta sono stati visibili ai candidati ammessi e non ammessi, su istanze on-line del MIUR, solo quaranta giorni dopo la pubblicazione del suddetto elenco degli ammessi. Su tutto questo il MIUR non ha proferito parola nonostante le richieste di chiarimento in merito da parte di molti docenti. Gli esami orali hanno avuto inizio a fine maggio, senza la pubblicazione di una graduatoria di merito.
Nel frattempo, il famigerato concorso è ormai quasi al termine, e, in questi giorni, si stanno ultimando i colloqui orali di coloro che hanno superato la prova scritta. I candidati che hanno superato le prove, per timore di un eventuale annullamento, del concorso stanno facendo sentire la propria voce: accusano i ricorsisti di aver imbastito ricorsi strumentali, pretestuosi e privi di argomentazioni sul piano giuridico e amministrativo. Il giudizio a riguardo spetta solo al TAR Lazio che, nell’udienza fissata per il 2 luglio 2019, è chiamato a decidere in primis sull’annullamento del concorso.
Nel frattempo, gli interessati, attendono fiduciosi che la politica si occupi della questione, ancor prima che intervenga un organo di giurisdizione, a discapito di tutti i concorrenti, vincitori e vinti.
Tuttavia, si spera che non si verifichi più quanto è accaduto finora e ci si augura che nei futuri concorsi si rispettino tempi e modalità esplicitate dal bando nonché che vi sia una maggiore trasparenza e regolarità della procedura, per garantire il principio della meritocrazia.
Ludovica Di Renzo
Ben detto Ludovica. Grazie! L’augurio è che il fine non giustifichi i mezzi.
Io spero nell’annullamento del concorso, la mia commissione di vigilanza non mi consentì di occupare gli ultimi banchi affermando che i pc erano rotti, tutti erano in due nelle postazioni, l’unica ad essere da sola al primo banco, vicino la commissione sono stata io e penso che questo sia stata un’altra strategica discriminazione perchè le postazioni dovevano essere tutte singole, per una perequazione. Forse se fossi stata accoppiata a qualche altra/o avrei visto le domande d’inglese molto articolate e le avrei svolte prima, oppure mi sarei riservata un po’ più di tempo, invece mi calcolai mezz’ora per l’inglese, tempo troppo breve per rispondere in modo oculato e riflessivo, tant’è che parecchie risposte date sono attinenti, ma non sono quelle specificamente pretese.