I MINI BOT “FOLLIA SOVRANISTA”? UNA FAKE NEWS, E LO DICE PROPRIO IL MERCATO.
Questi BOT particolari saranno pure “mini” ma l’allarme che suscitano ai piani alti dell’eurocrazia, nello estabilishment e dalle parti di chi esercita la sovranità monetaria che un tempo era nostra, è davvero notevole. Pare che il solo accennare a un qualcosa che fornisca una pur vaga parvenza di autonomia decisionale del Parlamento e delle altre istituzioni della Repubblica italiana sia inquietante, eversivo, una specie di golpe; qualcuno (come su Il Sole 24 Ore della Confindustra) si spinge ad accennare a una Camera dei Deputati piena di ignoranti, di sprovveduti che non sanno di cosa deliberano.
E’ di oggi a distanza di poche ore, la sparata di Moody’ s (una delle principali agenzie di rating), seguita a stretto giro dall’esternazione di Mario Draghi per cui se i mini bot sono moneta, allora sono illegali; e se sono debito pubblico, allora fanno aumentare il debito. Ma il ragionamento dei primi signori che con la trappola dello spread tengono sotto scacco i governi europei è più perentorio e ultimativo : la innocente e temiamo innocua mozione di intenti «desta preoccupazioni». È quanto scrive Moody’s Investors Service in una nota, sottolineando che «sebbene sia molto improbabile l’emissione di titoli di questo tipo, il fatto che la proposta sia ricomparsa è credit negative», ovvero un fattore negativo sulla valutazione del rating del Paese, tanto più che «come sottolineato dalla Banca d’Italia e dal ministero al Tesoro, ci sono modi più standard» per procedere.
Secondo Moody’s, «come già detto in precedenza, l’emissione di mini-Bot sarebbe considerata come un primo passo verso la creazione di una valuta parallela e una mossa preparatoria all’uscita dell’Italia dall’Eurozona».
Siamo alle solite . Si pretende sottomissione, disciplina, non deviare dal seminato eurocratico neanche di pochi metri.
Certo ( e lo abbiamo già scritto su L’Ortis) sappiamo benissimo a cosa portino questi infernali meccanismi semplicemente impensabili nelle dinamiche politiche di un quarto di secolo fa. Questo famigerato rating (o voto in pagella) all’ Italia è attualmente di due gradini sotto l’orrido “non investment grade”, che significa : non comprate i titoli di stato di quell’emittente, sono “spazzatura”. Tra l’altro, la previsione di insolvibilità anticiperebbe l’insolvibilità stessa praticamente col medesimo effetto: infernale…. L’outlook poi, è la generale impressione di andamento di un sistema paese: outlook negativo significa che si sta messi male, e che il censore , se non cambi registro, ti farà precipitare nell’inferno degli emittenti titoli – spazzatura. Ovviamente, tutto questo si riflette sul mercato dei titoli di stato, che è primario e secondario. Il primario è il collocamento stesso dei titoli dello stato emittente, il quale, più ha un bel voto in pagella, più bassi interessi offrirà, e viceversa; e qui viene in campo lo spread ovvero il differenziale di rendimento tra Bund decennale della Merkel e l’analogo BTP del governo giallo verde. Spread a trecentoventi significherebbe che l’ Italia è costretta a pagare il tre virgola venti per cento di interessi in più sulle nuove emissioni . Con intuibili, ovvie ripercussioni sulle esigenze di cassa dello stato e sulle prospettive fiscali.
Ma anche il mercato secondario, che è quello relativo all’acquisto e vendita dei titoli già emessi, ha delle belle (o brutte ripercussioni, dipende dai punti di vista speculativi) : il taglio minimo di mille euro di un BTP che avessi comprato all’emissione credendo di dormire sonni tranquilli, ora , potrebbe anche valere ben meno di novecento, a seconda della durata e degli interessi pattuiti.
Eppure, nella narrazione antisovranista e così eurocraticamente corretta da non essere seguita fino in fondo come nel caso dei mini BOT nemmeno da PD e +Europa in un giorno di “ordinaria follia” quale per Draghi e compagni è stata quella votazione parlamentare, qualcosa non quadra . Certo che no, dato che i “mercati” non sembrano affatto determinati a stroncare il governo giallo verde ; il tanto temuto spread oggi 6 giugno settantacinquesimo anniversario dello sbarco in Normandia ha chiuso a 272 punti base. Il che significa pur sempre che paghiamo una specie di tributo di 27,20 euro su ogni mille che la Repubblica prende a prestito, ma non è certo un disastro: il fratello del commissario Montalbano tifa per ben altro. E se persino Soros, che sarà pure Belzebù, che d’accordo, sì, promuove la sostituzione etnica e il mondialismo al più insopportabile livello, credesse nelle potenzialità dell’Italia e ci avesse puntato una vagonata di miliardi di euro o di dollari? In fondo, si può essere sfegatato milanista o romanista, e investire in azioni della Juventus….!
Ancora un indizio : pochi sanno fuori dagli addetti ai lavori finanziari che vi è un BTP scadente addirittura nel 2067, a un tasso fisso di interessi del 2,80 % lordo. Ebbene, nelle ultime due settimane ha guadagnato circa il 2,50 %, quotando 87,06. Ciò significa che sembra assai improbabile che il Tesoro, a breve termine, si veda costretto a emettere titoli molto più renumerativi, anzi…insomma, possiamo serenamente e motivatamente affermare che l’ ipotesi dei mini BOT non ha minimamente sconvolto, e nemmeno impensierito i mercati (quelli veri che manovrano i soldi, non quelli dei ricatti politici e del Pensiero Unico che non muovono nulla ma vogliono solo immobilizzare i popoli).
A.Martino
Lascia un commento