MASSIMO CACCIARI: ” IL 25 APRILE E’ ORMAI SOLO UN SANTINO”.

In una intervista a Il Tempo, il filosofo Massimo Cacciari demolisce con zelo iconoclasta non tanto la narrazione storica sul 25 aprile (il revisionismo storico sarebbe davvero un po’ troppo per colui che resta, convenzionalmente parlando, pur sempre uno dei maggiori intellettuali di sinistra), ma il senso stesso di questa giornata festiva prettamente ed esclusivamente italiana (certamente non nello spirito antifascista ma di certo nella data). Per inciso, è di questi giorni anche la sua definizione della commemorazione in parlamento di papa Francesco come di “uno spettacolo vergognoso. Almeno i farisei erano seri“.

“Non sanno neanche di cosa si tratti…..non si riesce a dire nulla di sensatosulle grandi crisi internazionali, non si riesce ad avviare processi di riforma in questo Paese, e quindi ci divertiamo, di volta in volta, con questi anniversari“, afferma il filosofo. “Da un lato protestano perché quelli di Destra non ci credono, dall’altro di sinistra ci credono magari troppo, e… avanti il popolo. Così tutti perdiamo tempo a discutere di fregnacce, e intanto i problemi marciscono. Purtroppo, è molto semplice”.

Il parere di Massimo Cacciari sulla sinistraitaliana di oggiè davvero a tinte fosche e inappellabili. A suo dire, i partiti che si definiscono “di sinistra” non hanno più niente in comune con la Resistenza e con i valori che il 25 aprile vuole ricordare. “C’è stata una mutazione antropologica“, questa la sua interessante analisi difficilmente obiettabile. “E anche per quello è così patetico, adesso, ricordare quelle cose, perché, appunto, si ha a che fare con una nazione, con un paese, con un popolo che, rispetto a quello, nella sua tragicità, nelle sue contraddizioni, non ha niente a che fare”.

Cacciari afferma che comunque, a un certo punto, un tentativo di dibattito e analisi sul mito del 25 aprile vi fu (allude a ormai circa trenta-quaranta anni fa anni fa, credo). Ma poi, è tutto rientrato col dilagare del woke e del Pensiero unico, io direi.

Cacciari è inoltre provocatorio quando fa notare l’ipocrisia e l’assurdità di chi “fino a un’età più che matura” è stato fascista, ma poi, con l’occupare spazi istituzionali, si affanna a celebrare i “valori della Resistenza”

Da una parte ci fanno i santini, non parlano veramente del 25 aprile, fanno un santino di maniera, e dall’altra parte sfuggono alle loro responsabilità, anche storiche. Quindi bene che gente che è stata dichiaratamente fascista fino a un’età più che matura non celebri il 25 aprile. Cosa ci starebbero a fare? Quindi, se io fossi la presidente a sinistra, chiederei all’attuale governo di non celebrare il 25 aprile. Perché cosa vanno a celebrare? Invece, da una parte c’è gente che fa del 25 aprile una giornata colma di retoriche, senza analisi, senza studio, senza approfondimento; e dall’altra parte, persone che fuggono alla storia della loro generazione. Non dico che oggi non siano tutti democratici convinti, ma la storia è quella“.

Un applauso all’ex sindaco di Venezia.

A. Martino

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