IN SIRIA INIZIA A SCORRERE, NONOSTANTE LE RASSICURAZIONI DEL NUOVO REGIME, IL SANGUE DEI VINTI: UNA VERA STRAGE.

A quanto pare, purtroppo, gli estremisti islamici finalmente al potere in Siria con grande soddisfazione a suo tempo dell’ “abominevole Biden” e dell’eurocrazia, hanno realizzato il loro primo bagno di sangue contro gli alawiti della zona costiera, particolarmente legati al regime del partito baath e della famiglia Assad. Le rassicurazioni di Al Jolani, nonostante le sue giacche e cravatte, confermano i dubbi e gli scetticismi inevitabilmente coltivabili.

Si parla al momento di circa 1100 morti, compresi diversi bambini.

Voglio qui dare spazio al commento rintracciabile su Telegram di un siriano che sotto il probabile pseudonimo F. Quibla , si sfoga contro chi ha voluto a tutti i costi arrivare a tanto.

“ Assad avrà avuto la sua porzione di colpe, ma il dato di fatto è che ha resistito per oltre 13 anni a una guerra per procura scatenata da potenze esterne con la complicità di traditori interni. Il popolo siriano non ha mai avuto davvero una scelta: si diceva “Assad o barbarie”, e alla fine hanno avuto la barbarie.

Quindi grazie. Grazie a chi ha lavorato instancabilmente per smantellare lo Stato siriano. Grazie alle quinte colonne che, nell’ombra, hanno aperto le porte ai tagliagole travestiti da rivoluzionari. Grazie ai tradimenti, quelli interni e quelli esterni, degli alleati che hanno voltato le spalle quando non c’era più nulla da guadagnare. Grazie anche a quelle anime candide che si sono bevute la favola della “rivoluzione” e hanno fatto il gioco dei peggiori carnefici della regione.

Un lavoro del c.zo, davvero. Un capolavoro di distruzione e regressione che ha riportato la Siria indietro di oltre cento anni. Da uno Stato sovrano, con tutte le sue contraddizioni e i suoi problemi, a un territorio frammentato tra signori della guerra, bande armate e terroristi in doppiopetto. E adesso? Qualcuno avrà almeno il coraggio di guardare il disastro e riconoscere il proprio fallimento? O continueranno a raccontarsi che era tutto per la democrazia?

Mi piange il cuore, e sono nello sconforto più totale. Perché chi ama davvero la Siria, e ciò che significa in termini politici, non può che provare dolore di fronte a questo scempio”.

Sono indubbiamente le parole di un vero patriota.

A. Martino

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