QUANDO LA BRUTALE REALTA’ EGUAGLIA I PIU’ REALISTICI FILM DI GUERRA. IL CORPO A CORPO TRA UN UCRAINO E UN RUSSO RIPRESO DALLA BODY CAM DI CHI PERDERA’ LA VITA.

Non era certo il periodo (quello natalizio) adatto a commentare un simile video diffuso proprio allora, quindi lo rimandai. E fui distratto da altre notizie più “importanti”.

Eppure in esso, siamo richiamati alle verità più ancestrali della guerra cui, a quanto pare, nemmeno la “operazione speciale” in Ucraina si sottrae.

Qui la guerra non è un videogame di inquadrature di un “target” da parte di un missile o drone.

Un ucraino e un russo (dai lineamenti orientali costui ultimo, come constatabile da altri “frames”) si affrontano in un corpo a corpo che culmina nella soccombenza dell’ucraino il quale chiede di essere lasciato in pace a morire. Il letale avversario gli obbedisce, ma non si allontana senza dare atto al nemico del suo valore. Veicolo di tale, lo ripeto, ancestrale scena, è paradossalmente una modernissima piccola microcamera corporale che l’ucraino, vai a sapere perché, indossa. Forse, per riportarsi a casa dei discutibili ricordi? Non certo, credo, per documentare il suo distacco da questa “valle di lacrime”.

Vi è la sostanziale folle assurdità vecchia come il mondo, di due uomini sconosciuti reciprocamente fino a qualche minuto prima, che ingaggiano un duello all’ultimo sangue.

Vi è una marziale ferocia degna di un legionario romano o di un samurai giapponese, non so se ancora riscontrabile in molti combattenti di professione occidentali.

Ma vi è anche un barlume di quello che fu lo spirito cavalleresco che fece il discrimine tra l’aspetto da “homo homini lupus” della guerra, e l’etica dell’uomo in armi.

C’est la guerre.

A. Martino

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