FEDEZ SDOGANA CLAMOROSAMENTE IL GENERALE VANNACCI, UN TEMPO PER LUI E IL SUO MONDO “FASCISTA” E “RAZZISTA”, E LO OSPITERA’ IN UN PODCAST. A QUANTO PARE, GLI ARTISTI CAPISCONO L’ARIA CHE TIRA PIU’ DI CERTI COSIDDETTI LEADERS CHE SI RITROVERANNO UN PUGNO DI MOSCHE.
Che fosse in corso un riposizionamento nell’era del Trump bis (quello che farà sul serio, la cui onda di tsunami dall’Atlantico varcherà le colonne di Ercole e si abbatterà sulle coste mediterranee) lo avevamo capito da qualche giorno (si veda il mio articolo sulle esternazioni femministicamente scorrette di Riccardo Scamarcio).
Non credevo però che, nel mondo dello spettacolo, il pensiero unico a genealogia bellaciao e maternità woke, si sfaldasse così velocemente e drasticamente.
Certo, nessuno sventola vessilli della RSI o della Confederazione secessionista americana; o propone di abolire i matrimoni gay o di restringere le possibilità di abortire. Ovviamente, o quanto meno è abbondantemente prematuro.
Certo, dimostra di saper interpretare i “segni dei tempi” più Fedez che Giorgia Meloni.
Infatti questa, con quasi commovente ostinazione, è rimasta fedele a quel RimbamBiden che la baciò non in fronte ma addirittura sulla testa, e col classico piglio severo da donna in carriera garantisce che Kiev sarà rimpinzata di soldi e armi “finchè sarà necessario”. Cioè: finché Satana in persona non riuscirà ad assecondare gli sforzi di Biden per scatenate la terza guerra mondiale, oppure (evento grazie a Dio più probabile dell’altro), quando tra il 20 gennaio e al massimo il 25, se sarà ancora in carica, da Washington, The Donald le comunicherà che soldi e armi a Zelensky non sono appunto più “necessari”.
Fine della guerra; e candidatura al Nobel per la pace di Donald J.Trump il cui operato però segnerà, probabilmente, la fine della carriera politica di un Crosetto come di una Meloni o di un Tajani singolari personalità politiche più o meno di cosiddetta Destra, che avrebbero potuto in questi giorni, almeno riposizionarsi in politica estera sperando in qualche parolina dell’ uomo che andrà su Marte e che sussurra al Presidente; ma che invece, agli occhi del nuovo establishment di Washington che sembra così americanamente a destra che più a destra non si può, appaiono sempre più sinistramente (in tutti i sensi) sospetti di piangere la disfatta di Kamala Harris.
Ebbene, e non è una battuta, Fedez (che in altre occasioni ho duramente criticato per i suoi toni spesso blasfemi e intolleranti, al momento storico, verso qualunque idea difforme dal Pensero unico) ha più acume politico e buon senso di Giorgia Meloni. Lo ha dimostrato alla trasmissione radiofonica di culto La zanzara, affermando provocato da Cruciani “ Ragazzi la Schlein non attecchisce, chi la voterebbe oggi oggettivamente? Io da comunicatore guardo, non giudico e non mi interessano le tifoserie, non voglio avere la bandiera di uno o dell’altro. Comunicativamente Vannacci è dieci spanne sopra, se la mangia“.
Il generale Roberto Vannacci si è ovviamente detto lusingato dagli apprezzamenti, e delle entrature (lo dico io) che potranno dargli nel mondo giovanile “ influenced by Fedez”. Egli sarà ospite del nuovo podcast Pulp dell’influencer e cantante.
Ha anche affermato con punta di ironia, che ciò dimostra le sue teorie riguardo un mondo “al contrario”.
Probabilmente il trentacinquenne rapper (al secolo Federico Leonardo Lucia) intende, con questa oggettivamente coraggiosa anzi inopinabile e guascona uscita, sfidare la sua più conformista e prevedibile ex consorte Chiara Ferragni divenuta compagna di Giovanni Tronchetti Provera.
A. Martino
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