FINISCE QUI?

I sostenitori di Trump possono finalmente tornare a respirare regolarmente dopo giorni e giorni vissuti col fiato sospeso. Questo poiché memori di ciò che accadde esattamente quattro anni fa. Ovvero una delle più grosse e palesi frodi elettorali della Storia in assoluto.

Mi ricordo che anche durante le elezioni del 2020, alla chiusura dei seggi elettorali, le proiezioni davano Trump in netto vantaggio su Joe Biden. Poi improvvisamente, a notte inoltrata, le preferenze per Trump si bloccarono simultaneamente in modo misterioso e iniziarono ad aumentare, sempre misteriosamente, le preferenze per Biden che lo portarono ad una vittoria inaspettata.

Solo una persona stolta o in malafede, a tutt’oggi, potrebbe affermare che le elezioni statunitensi di quattro anni fa non furono truccate. Non fosse altro per le qualità del presidente che uscì vincitore dalle urne. Ovvero un uomo anziano ridicolo e palesemente incapace di intendere e di volere. Un fantoccio a tutti gli effetti telecomandato dal cosiddetto Deep State. Talmente imbarazzante da essere stato messo da parte dallo stesso Deep State ed essere sostituito, a campagna elettorale già avviata, dalla sua vice: Kamala Harris. Praticamente un clone di Biden però di sesso femminile, qualche anno in meno e più abbronzata. 

Però in questa tornata elettorale evidentemente non è andata come nel 2020. E non è difficile capirne il perché.

Prima di tutto l’amministrazione Biden ha combinato talmente tanti disastri in politica interna ed estera che il popolo statunitense non poteva non votare Trump, anche turandosi il naso.

In secondo luogo gli appartenenti del sopramenzionato Deep State, consci di non poter eliminare Trump politicamente, hanno provato a eliminarlo per via giudiziaria e addirittura ricorrendo all’eliminazione fisica tout court.

Chiaramente se falliscono insieme il piano A, il piano B e il piano C non si può far altro che alzare le mani e arrendersi. Soprattutto se si hanno in mano i veri sondaggi riguardanti le preferenze di voto. Non i sondaggi farlocchi che davano in vantaggio la Harris e a cui hanno abboccato i pennivendoli italici.

E se sai in partenza che 3/4 degli elettori statunitensi voteranno per Donald Trump è praticamente impossibile truccare il voto. Ma è anche molto, molto pericoloso.

Infatti le frodi elettorali possono riuscire nel caso si tratti di spostare, creare o annullare qualche migliaio di voti nel caso i candidati si trovino pressoché testa a testa. Ma la frode è impossibile da attuare se i voti per un candidato arrivano a decine di milionate. È come se una diga alta 200 metri cercasse di trattenere un muro d’acqua alto 600 metri. E infatti Trump ha esagerato conquistando sia Camera che Senato. Praticamente “Il Potere” per antonomasia. Finanziatori sionisti permettendo….

E se comunque i soliti noti avessero provato a ripetere l’infamità di quattro anni fa sarebbe scoppiata quasi certamente una guerra civile. Ma questa volta reale e sanguinosa, non come la pagliacciata di Capitol Hill del 6 Gennaio 2021. Quindi non è difficile pensare che i pupari dello Stato Profondo, sondaggi alla mano, abbiano deciso di tirare i remi in barca molto prima del voto  riposizionandosi repentinamente. Come ha fatto, per esempio, il multimiliardario Jeff Bezos qualche giorno fa. Infatti egli, pur essendo il proprietario del diffusissimo, schieratissimo e influente “Washington Post”, si è rifiutato di fare qualsiasi tipo di endorsement in favore di Kamala Harris.

Ma questa vittoria travolgente di Donald Trump ha pure messo a nudo impietosamente la totale inconsistenza dei cosiddetti “influencer”. Infatti le élite che hanno sponsorizzato e sostenuto il Partito Democratico si sono prodigate per reclutare almeno 4/5 delle star musicali e cinematografiche. Partendo dal presupposto, errato, che ogni fan, ogni follower delle suddette star equivalga ad un voto per la Harris. Niente di più sbagliato. Cantanti miliardari e celebrità di Hollywood, pur avendo milioni e milioni di fans sparsi per l’America, non son riusciti a spostare mezzo voto a favore dei Dem. Ciò a dimostrazione che il popolo a stelle e strisce sia meno stupido di quanto lo si era prefigurato. 

E anzi è esemplare la vicenda di Bruce Springsteen. Infatti il noto rocker è stato uno di quegli artisti che sono saliti sul carrozzone democratico. Ma è importante sottolineare il fatto che l’autore di “Born In The USA” ha potuto raggiungere il successo planetario cantando le gesta tragiche degli homeless, degli ultimi, dei diseredati, degli operai e del sottoproletariato americano. Ovvero il bacino elettorale di Donald Trump. Quindi, per una sorta di nemesi, il 47° presidente degli Stati Uniti è stato portato alla Casa Bianca proprio da quei personaggi cantati dal “democratico” Springsteen.

Comunque potrebbe non finire qui. Infatti Donald Trump potrà usufruire dei pieni poteri solo a partire dal 20 Gennaio del 2025. E in due mesi e mezzo può succedere di tutto.

Non voglio fare l’uccello del malaugurio ma mi sembra evidente che i nemici del tycoon siano pronti a tutto. L’hanno dimostrato parecchie volte e non mi sembrano disposti a mettersi da parte come se niente fosse. Non dimentichiamoci infatti che le bestie ferite a morte si dimenano con inusitata violenza e possono fare molto danno.

Concludendo consiglierei comunque a tutti di non riporre eccessive aspettative nel nuovo presidente USA. Per quanto mi riguarda il Salvatore del Mondo è uno solo ed è Colui che nei Vangeli aveva esortato gli uomini a non confidare in altri uomini. 

Detto questo godiamoci le facce listate a lutto degli orfani di Biden e Harris. E soprattutto affrettiamoci ad investire in azioni di Big Pharma. Infatti pare che di questi tempi le pastiglie contro i bruciori di stomaco stiano superando di gran lunga le vendite dei noti vaccini….

Alessio Paolo Morrone 

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