LO ZIO SAM. APPRENDISTA STREGONE O “GIGANTE SCEMO”?

Di recente mi sono ritrovato a contemplare la storia degli Stati Uniti degli ultimi 100 anni. Soprattutto del suo ruolo nella politica internazionale. E come per magia, è proprio il caso di dirlo, mi è venuto in mente “L’Apprendista Stregone”. Ovvero quel cartone animato, facente parte di uno degli episodi del film “Fantasia”, prodotto da Walt Disney nel 1940.

Il plot del cartone animato in questione ci narra di un mago e del suo aiutante. Quest’ultimo ha le fattezze del celeberrimo Mickey Mouse, meglio noto come Topolino. In sintesi c’è un mago che carica il proprio aiutante di pesanti lavori domestici. Un giorno l’aiutante in questione (Topolino, appunto), stufo di sgobbare tutto il giorno, si appropria del libro degli incantesimi del proprio padrone  con lo scopo di poter donare vita alla scopa che egli usa quotidianamente affinché essa possa sostituirlo nello svolgere le faccende di casa. Purtroppo la situazione gli sfugge di mano poiché le scope si moltiplicano a dismisura e a furia di  riempire secchi di acqua la casa si allaga e succede un disastro. Finché non giunge il mago per rimettere tutto a posto.

Ora molti si chiederanno quali siano le similitudini tra gli Stati Uniti e l’episodio appena raccontato.

Prima di tutto gli USA, in politica internazionale, sono sempre stati adusi a non “sporcarsi le mani” direttamente. L’abbiamo già constatato sia nel primo che nel secondo conflitto mondiale. Infatti essi sono sempre riusciti a tenere il campo di battaglia fuori dai propri confini. Nel 1945, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, l’Europa era un cumulo di macerie fumanti. Le popolazioni erano fiaccate sia moralmente che economicamente. Gli Stati Uniti, al contrario, oltre ad essere una delle tre nazioni vincitrici, si ritrovò ad essere la nazione occidentale più potente sia dal punto di vista militare che dal punto di vista economico e industriale. E in virtù di ciò si arrogo’ il diritto di colonizzare letteralmente mezza Europa. Colonizzazione di cui tuttora ne stiamo “apprezzando” i frutti marci. Soprattutto in Italia.

Da lì in poi lo Zio Sam ha posato i suoi stivali su mezzo mondo con lo scopo dichiarato, a suo dire, di “esportare la Democrazia”, “difendere i popoli oppressi” (sic!) e fondamentalmente cambiare i regimi che non fanno gli interessi degli angloamericani. Con le buone o con le cattive. Tutto ciò sempre rigorosamente al di fuori dei propri confini nazionali, ça vas sans dire.

Ma con l’inizio delle ostilità tra Russia e Ucraina gli yankees hanno introdotto un nuovo modo di guerreggiare: la guerra per procura. Nel senso che adesso gli USA non solo preservano i propri confini dalle guerre ma anche i propri soldati. Utilizzando l’Europa come potenziale campo di battaglia e i soldati ucraini come carne da cannone. Esattamente come l’apprendista stregone di cui sopra che incarica altri a fare i “lavori sporchi” per conto suo.

Ma come a Topolino è sfuggita la situazione di mano, altrettanto allo Zio Sam non pare sia andata diversamente.

Infatti è sotto gli occhi di tutti che la Russia, che nei sogni bagnati di Washington doveva essere liquidata in breve dalla NATO via Kiev, ha conquistato quello che doveva conquistare, ha ridotto l’Ucraina ad uno staterello più insignificante del Liechtenstein eliminando quasi due generazioni della popolazione maschile e ha mostrato a tutto il mondo che il “novello Churchill” Zelensky è nudo. Come quando in passato fingeva di suonare il pianoforte utilizzando il proprio organo riproduttivo…

Ma se l’Ucraina nel 2022 è diventata la testa d’ariete degli USA in funzione anti russa non dimentichiamoci che è dal 1948 che lo Stato di Israele svolge il ruolo di avamposto angloamericano nel Medio Oriente. Praticamente, per come ce lo hanno sempre dipinto, sarebbe l’unico stato democratico e civile in mezzo a delle nazioni popolate da selvaggi e governate da dittatori sanguinari. Come stiamo constatando in questi giorni è vero esattamente il contrario.

Comunque vediamo di come Israele, un Paese grande come la Lombardia, stia spadroneggiando impunemente in tutto Medio Oriente. Come è possibile tutto ciò? È possibile poiché, come detto prima, Israele è una sorta di propaggine degli Stati Uniti. E quindi vediamo di come Netanyahu agisca esattamente come un bambinetto che si mette a bullizzare i propri coetanei sapendo di avere le spalle coperte dal fratello maggiore.

Il giornalista e politologo Umberto Pascali ha mirabilmente descritto questa dinamica immaginando gli USA come una sorta di gigante scemo che si fa portare docilmente in giro da Israele per assecondarne le nefandezze. Ed effettivamente il rapporto tra i due Stati è alquanto anomalo. Infatti per logica dovrebbero essere gli Stati Uniti, una potenza economica e militare mondiale, a dover imporre le proprie scelte ad Israele. Invece accade esattamente il contrario. Come se un chihuahua portasse in giro il padrone al guinzaglio.

Basti pensare che la vicenda del 7 Ottobre, agevolata da Israele per innescare il conflitto in corso, è servita per distogliere Netanyahu dai propri personali guai giudiziari. Quindi, parafrasando il noto film di Alberto Sordi, finché c’è guerra c’è speranza. E gli americani muti. 

E tutto ciò viene reso possibile poiché i gangli vitali del Potere statunitense sono quasi totalmente infiltrati da sionisti ottusamente ideologizzati. 

Quindi, concludendo, verrebbe spontaneo chiedersi: “Lo Zio Sam è più un apprendista stregone o un gigante scemo?”.

Personalmente propenderei per entrambe le ipotesi.

Alessio Paolo Morrone 

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