ALEXANDR DUGIN SULL’ATTENTATO A DONALD J. TRUMP: “SONO I GLOBALISTI, COME IN RUSSIA O SLOVACCHIA”.

Alexandr Dugin ha pubblicato, praticamente a caldo dell’attentato a Trump di otto giorni fa, su questo social un commento. Vi ho apportato piccole modifiche per migliorare la scorrevolezza, l’appropriatezza lessicale e la sintassi della traduzione italiana. Esso contiene apprezzamenti particolarmente violenti verso Joe Biden, e traspare un manicheismo forse un po’ eccessivo nel “dalla parte nostra (cioè antiglobalista) il Bene, dall’altra il Male” : ciò non toglie che, nella sostanza, condivida la sua analisi in fondo confermante la mia (COVID a parte) di qualche giorno fa. Chiedo oltretutto di considerare le modalità, e la mano, che hanno privato Dugin come padre e secondariamente come maestro di pensiero, della sua indimenticabile figlia.

Come sempre, ognuno dei nostri lettori deve sentirsi libero di farsi una propria opinione e anche dissentire. Ma ecco il testo integrale della riflessione di Dugin.

A. Martino

“L’attentato a Trump era abbastanza prevedibile. Non c’è dubbio che tutto sia organizzato dai globalisti con il sostegno della parte del Deep State che li sostiene. L’unico modo per tenere al potere il nonno pazzo è uccidere Trump, che altrimenti quasi sicuramente vincerebbe date le circostanze. L’assassino è stato eliminato subito dopo aver terminato i suoi colpi da un cecchino dei servizi segreti, per quattro soldi. Essenzialmente, c’è stato un tentato colpo di stato negli Stati Uniti.

Il capo del GUR ucraino, Budanov ammette apertamente che gli ucraini hanno ripetutamente tentato di portare avanti attacchi terroristici contro Putin. In Slovacchia è stato fatto un tentativo di rimuovere il primo ministro Robert Fico, che si oppone al sostegno alla giunta nazista di Kiev. Ora c’è stato un attentato a Donald Trump che, tra l’altro, è molto critico nei confronti di Zelensky e del suo regime. Questo è il vero volto dell’egemonia e del mondo unipolare: chi è contro il globalismo, che lo ostacola, è soggetto prima alla demonizzazione (attraverso gli strumenti della cancel culture), poi all’eliminazione fisica. E assassini e terroristi, criminali e creatori di genocidio, al servizio dei globalisti, vengono presentati nel ruolo di “combattenti per la libertà” e “vittime innocenti”. La propaganda di Kiev sosterrà sicuramente che “Trump si è sparato nell’orecchio”, e qualcosa in questa vena verrà accennato dai media globalisti, dove tutto è costruito su ciniche bugie estremiste.

Non c’è dubbio che la responsabilità del tentato assassinio di Trump, leader della razza presidenziale degli Stati Uniti, sia della fazione di Obama, Blinken, Hillary Clinton e del senile Biden, che ha già avvertito che “la libertà è al di sopra della democrazia”, il che significa che la democrazia e le sue leggi sono d’ora in poi sospese. In nome della “libertà” (di governare e continuare a governare) si può uccidere. Il liberalismo sta finalmente diventando totalitario con tutte le sue caratteristiche, fino all’uccisione diretta di politici indesiderabili.

L’architettura del potere nel mondo sta cambiando radicalmente, dall’unipolarità occidentale alla multipolarità. Trump rappresenta la visionee in cui gli USA possono essere uno dei poli – seppur il più forte e potente – di un mondo multipolare. Ai globalisti non importa degli Stati Uniti quanto di qualunque altro paese. Quello di cui hanno bisogno è il potere planetario, il potere assoluto del capitale sovranazionale. E tutti i paesi, comprese l’America e l’Europa, sono solo strumenti per la creazione del governo mondiale.

Trump è per l’America e contro il governo mondiale. Proprio come Putin è per la Russia, Xi Jinping è per la Cina, Modi è per l’India, e Orban, Fico, Marine Le Pen e AfD sono per l’Europa. Il mondo multipolare è un sistema di sovranità, mentre i globalisti vogliono l’unica potenza planetaria, caduta nelle loro mani con il crollo del Patto di Varsavia e la fine dell’URSS, che ora  scivola via da loro e alla quale si aggrappano freneticamente. I globalisti si sono finalmente rivolti alle tattiche terroristiche dirette. Questo è un dato di fatto, non solo una serie di coincidenze. È ora di colpire, per la la rete globalista.

Tucker Carlson mi ha detto a Mosca che Trump teme seriamente l’assassinio dei globalisti. A quanto pare, non invano. Più Joe affonda nella demenza senile, più è probabile che Trump venga assassinato. Ci hanno ormai provato. Alcune persone sono morte, altre sono ferite. Dio salvi l’America e l’umanità intera dalla banda criminale di liberali e globalisti. Se non li fermiamo ora, ci distruggeranno tutti.

Sono convinto che si sia tentato di uccidere Trump da parte delle stesse persone e delle stesse forze che ci stanno uccidendo – popolo russo, combattenti russi, bambini russi e donne russe. È una continua azione della rete liberale terrorista globalista unificata. E se questi bastardi uccidono qualcuno, le vittime sono sempre dalla parte giusta. Qualcuno ha subito notato l’incredibile somiglianza fisiognomica e di look tra Crooks e il terrorista liberale russo Trepova, assassino di Vladlen Tatarsky. Chi ha ucciso Fico, chi ha ucciso Trump, chi ha ucciso tra di noi  (una persona, una rete), è un unico nodo dove il nazismo ucraino è indissolubilmente legato al liberalismo e al marxismo culturale, alla comunità LGBT, a Schwab, Zuckerberg, Harari, Kurzweil e al Deep State americano. Non è un caso che i social media di Crooks siano pieni di propaganda filo-ucraina. È un fronte unito degli assassini del mondo. E se quel bastardo ha tentato di uccidere Trump, allora Trump è dalla parte giusta. E chi cerca di relativizzare questo sta giocando consapevolmente o inconsapevolmente con i killer democratici.

Ci interessa chi ha ragione e chi è il nemico in entrambi i paesi. Non dovremmo essere indifferenti. Biden lo conosciamo dai fatti, dai crimini, dai fiumi di sangue, e solo un russo con la coscienza atrofizzata o senza motivo non può augurare a questo vecchio bastardo una morte rapida e/o un vergognoso fallimento alle elezioni. E Trump al contrario suscita solo simpatia, per come sta brillantemente resistendo. A un millimetro dalla morte”.

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