Il prossimo vertice del G7 a presidenza italiana si terrà dal 13 al 15 giugno 2024 nel lussuoso resort pugliese Borgo Egnazia (BR) sito nella frazione Savelletri del comune di Fasano. Il luogo è ben noto agli amanti della splendida costa pugliese con una buona disponibilità finanziaria, e al grande pubblico da quando Giorgia Meloni lo frequentò per una vacanza balneare con la famiglia.

La scelta (alquanto insolita rispetto alla solita capitale o villona patrizia o castello o città d’arte) già è fortemente originale e alquanto decisionista: suggerisce vagamente qualcosa come “il G7 lo faccio io come mi pare e piace”, e tutto sommato piace anche a noi.

Ma la vera novità storica sarà la partecipazione di papa Francesco che affronterà il tema della intelligenza artificiale e presumibilmente ne discorrerà con i cosiddetti Grandi. Un evento davvero dirompente: vorrei vedere le facce degli ultralaicisti e ultraglobalisti Justin Trudeau e Emmanuel Macron. Un po’ una sorniona rivincita morale di Bergoglio contro il paladino nordamericano di ogni e qualsiasi istanza LGBT a prescindere, e contro il francese che ha fatto addirittura inserire un delirante “diritto all’aborto” nella costituzione della, per me storicamente detestabile, Republique.

Se si considera anche la recente Dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede “Dignitas infinita” che avrebbe fatto più o meno tabula rasa (almeno dal punto di vista postcattolico) di ideologia gender e transgender oltre che di aborto ed eutanasia pur non dicendo nulla di teologicamente nuovo ma affermando tutto quanto Francesco pareva aver ridimensionato se non addirittura cancellato, sarà davvero imbarazzante per tutti i signori presenti e l’altra signora (la baronessa Ursula) “pendere dalle labbra dei preti”.

Scherzi di quello che definirei il “sano clericalismo 2.0 meloniano”, che parrebbe scalzare le indecenti sponde sorosiane che a loro volta parrebbero aver tanto attratto il pontificato bergogliano. Degno di nota in tal senso, che un eminente studioso con tanto di saio francescano (padre Paolo Benanti) a gennaio sostituì la vecchia cariatide Giuliano Amato alla presidenza della Commissione AI per l’informazione.

Giorgia Meloni “donna della Provvidenza”, che dà modo al papato di ritrovare un minimo di retta via sottraendo migliaia e migliaia di voti dell’associazionismo postcattolico all’abbraccio mortale con la sinistra telecomandata dalla tecnofinanza ? Spero di sbagliarmi, ma credo che non ci si possa entusiasmare troppo: nonostante anche la sacrosanta agibilità garantita alle associazioni pro vita nei consultori, indubbiamente debitrice di pressioni vaticane. Non si cancellano così anni di appiattimento del massimo vertice postcattolico sul politicamente corretto, e dallo stesso Dicastero per la dottrina della fede qualche mese fa è sortito il documento sulla benedizione alle coppie gay. Diciamo che forse qualcuno oltre il Portone di bronzo potrebbe essersi finalmente e miracolosamente reso conto che così la Chiesa è sì “in uscita”, ma dalla Storia; come dimostrato dal crollo della frequenza liturgica o dei matrimoni religiosi.

Ma lo strale (peraltro non inedito) sulla ideologia gender è altra cosa rispetto alla ambiguità teologico-morale che resta a sfondo rigorosamente e radicalmente neomodernista distinguendola in pratica da una omosessualità non ideologizzata e non militante (il che già è qualcosa, se si pensa agli spericolati esternazionismi bergogliani). E l’ambientalismo gnostico alla “Dio perdona Madre Natura no” resta per nulla sconfessato.

Nonostante la significatività di questo snodo così imprevedibilmente attivistico e alquanto revisionista del pontificato bergogliano (ha un certo significato, proprio alla vigilia di questo G7 il ripristino proprio del titolo papale di Patriarca di Occidente) l’impressione di fondo è che questo papa sia forse il più confusionario della Storia.

A. Martino