IL FINE ULTIMO

Si sono da poco concluse le elezioni regionali in Sardegna e, in quanto cittadino cagliaritano, non posso esimermi dal fare alcune considerazioni in merito.

Prima di tutto vediamo i due contendenti: Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari (Fratelli d’Italia), e Alessandra Todde (PD+M5S).

Il sottoscritto aveva pensato all’inizio di votare, per inerzia,Paolo Truzzu. Il perché è presto detto. Chi scrive in passato ha militato attivamente per decenni nella galassia della Destra italica. Poi grazie a Dio, fulminato sulla proverbiale “via di Damasco”, mi resi conto che la politica attuale non è altro che un contenitore vuoto riempito di volta in volta da elementi che paiono diversi tra loro ma che sono prodotti dalle solite e note élite politico finanziarie. In pratica, comunque voti il cittadino, sarà sempre un inutile “voto a perdere”. Però, per ragioni “affettive”, una crocetta su qualche candidato di una sedicente “destra” l’ho sempre messa. Magari turandomi il naso, come esortava Indro Montanelli.

Però prima di procedere voglio precisare una cosa. E che cioè il sottoscritto alle elezioni politiche del 2022 votò uno degli sparuti partitini del cosiddetto “dissenso”. Quindi Giorgia Meloni governa sicuramente non in mio nome.

Fatta questa precisazione torniamo a Paolo Truzzu.

Personalmente penso che l’ultimo sindaco di Cagliari sia stato a tutti gli effetti un sindaco senza infamia e senza lode, come si suol dire. E proprio per questo, come detto prima, avevo intenzione di votarlo per inerzia. Poi improvvidamente il nostro Truzzu, a ridosso delle elezioni, ha avuto la brillante idea di vantarsi sui social di aver sostenuto il Gay Pride a Cagliari. E il sottoscritto, in quanto cattolico, ha pensato:”Caro Truzzu, menomale che me l’hai ricordato!”. E così la mia preferenza non è andata al sindaco di Cagliari.

Ora sinceramente non so per quali dinamiche Alessandra Todde sia diventata il nuovo presidente della Sardegna e sinceramente non mi interessa. Vorrei piuttosto soffermarmi sul peso che queste elezioni hanno avuto per la Politica in generale.

Per la coalizione di centrosinistra la vittoria della Todde è stata come una scarica di adrenalina nel corpo di un moribondo. Figuriamoci. Scalzare un presidente regionale uscente in quota Lega (Solinas) e battere alle urne il candidato di Fratelli d’Italia (il sopramenzionato Truzzu) è stato per i sedicenti progressisti come la concretizzazione di un sogno bagnato. E anzi questa vittoria regionale è stata interpretata come il primo passo verso una riscossa politica a livello nazionale. Un po come la celeberrima e fantomatica controffensiva ucraina…

E in seguito a questa vittoria il centrosinistra si è letteralmente scatenato per sminuire i propri avversari politici. Sia ben chiaro, lo avrebbe fatto anche il centrodestra però in questo caso PD & Co., come sempre, hanno voluto rimarcare la loro presunta superiorità morale e intellettuale.

Infatti da qualche giorno sta girando sul web l’immagine che correda questo articolo nella quale si vede una corrucciata Giorgia Meloni a sinistra e un’Alessandra Todde radiosa a destra. Ma la cosa più interessante è ciò che viene scritto nel post sotto l’immagine. In poche parole si vuole sminuire la figura del Premier italiano in quanto ella come unico titolo di studio avrebbe solo un diploma di scuola alberghiera mentre Alessandra Todde viene descritta come una sintesi tra Wonder Woman e la Donna Bionica. Veniamo quindi puntualmente informati che la Todde è plurilaureata in ingegneria Informatica e Scienze della Formazione. Poi è stata fondatrice e CEO di Energeya, Senior Advisor Energy Markets in FIS Global, Sales Director South & Eastern Europe in Sungard e Client Relationship Manager Sud Europa in Nexant. Ma non finisce qui. La neo presidente della Sardegna è stata pure amministratrice delegata di Olidata e nel 2014 è stata premiata imprenditrice dell’anno dalla AIDDA(Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda). Infine, last but not least, nel 2018 è stata nominata tra le Inspiring Fifty italiane ovvero le 50 donne più influenti nel mondo della tecnologia.

Ora riprendiamo fiato e facciamo alcune considerazioni.

Personalmente penso che negli ultimi anni nel suolo italico la lingua inglese sia utilizzata sempre più spesso per gettare fumo negli occhi o per rendere eccezionali e superlative le cose più comuni. Come se un venditore di frutta e verdura si presentasse come “Senior Director Sales Manager for Fruits and Vegetables”. Ma la lingua inglese viene utilizzata anche per travisare delle vere e proprie fregature. Come i cuochi che ricoprono le pietanze di salse e spezie per camuffare la pessima qualità del cibo. Prendiamo la parola inglese “green”. Negli ultimi tempi viene utilizzata per veicolare qualsiasi nefandezza. Pensiamo, per esempio, a green deal, green economy, green pass…

Comunque in definitiva il messaggio che si vuole far passare dal post sopramenzionato sarebbe quello che più una persona è istruita, colta e con un corposo CV sarebbe più in grado di governare rispetto ad una persona con “zero tituli”, come si suol dire. Sarà davvero così? Vediamo un po.

Prendiamo Luigi Di Maio, ministro degli esteri del secondo governo Conte e del governo Draghi. Un personaggio che definire imbarazzante sarebbe fargli un complimento. Ebbene questa è la classica persona con “zero tituli” e contestualmente inetta per un ruolo di governo. Poi paragoniamo Luigi Di Maio a Mario Draghi. L’uomo della strada penserebbe in automatico che il paragone sarebbe impietoso. Come accostare un microbo ad un bisonte. Ed effettivamente l’uomo di Goldman Sachs ha talmente tanti titoli e onorificenze da far sembrare Alessandra Todde una scolaretta di prima elementare. Però vediamo come anche Mario Draghi, nonostante il suo immenso bagaglio di requisiti, si sia dimostrato totalmente inetto nel ruolo di Presidente del Consiglio. Come un Di Maio qualunque. Basta ricordare cosa Draghi fece e disse riguardo l’emergenza pandemica e il conflitto in Ucraina.

Ma poi si potrebbero traslare certi concetti anche in ambito calcistico. Infatti è opinione comune che un fuoriclasse del pallone possa essere in automatico anche un allenatore in grado di vincere l’invincibile. Così però non è stato Diego Armando Maradona. Un calciatore stellare ma contestualmente un allenatore mediocre. Specularmente è stata la carriera di Arrigo Sacchi: calciatore mediocre ma allenatore stellare.

Quindi abbiamo visto di  come un ricco palmares non rappresenti automaticamente un attestato di prestigio o di superiorità intellettuale in chi lo ostenta. Anzi. Durante la cosiddetta pandemia è stato dimostrato l’esatto contrario!

Infatti nel corso di quegli anni deliranti abbiamo assistito a cose totalmente impensabili fino a poco tempo fa.

Abbiamo visto luminari della medicina, o sedicenti tali, vendersi per un piatto di lenticchie offerto dalle multinazionali del farmaco. Abbiamo visto e sentito eminenti scienziati, o sedicenti tali, presentarsi a reti unificate facendo affermazioni riguardanti virus e vaccini palesemente antiscientifiche, avulse da qualsiasi logica e intelligenza umana.

Abbiamo visto plurilaureati e intellettuali, o sedicenti tali, rimanere terrorizzati e annichiliti da una normale influenza rinominata Covid-19. E in virtù di ciò assorbire acriticamente qualsiasi parola proferita dai presunti luminari di cui sopra. E di conseguenza fare cose assurde tipo guidare da soli in macchina indossando mascherina chirurgica e guanti in lattice. 

Ma è stato proprio nel contemplare tutti questi personaggi che il sottoscritto ha potuto distinguere nettamente la differenza tra intelligenza e nozionismo. E comprendere che non sempre l’una presuma l’altro e viceversa. Nel senso che ci può essere una persona che venga considerata una cima della Cultura perché, magari, conosce a memoria tutta la Divina Commedia e però uscirà di casa con le racchette da neve a Ferragosto perché in TV hanno detto che nevicherà con 40° all’ombra. D’altro canto può capitare che un raccoglitore di pomodori con la terza elementare possa avere la capacità infallibile di distinguere all’istante la Verità dalla Menzogna. E continuerà a credere che 1+1=2 anche se tutto il mondo affermasse che 1+1=3.

Quindi abbiamo visto di come le roboanti credenziali di Alessandra Todde non facciano di lei, ipso facto, la persona più adatta per governare la Sardegna. Come purtroppo abbiamo già visto di come Giorgia Meloni non sia la persona più adatta a governare l’Italia. Anzi. Chi scrive ha conosciuto decine e decine di politici che in campagna elettorale hanno fatto tante promesse ma che poi non hanno realizzato appena arrivati al potere. E quindi se la Meloni non avesse mantenuto le promesse ci saremmo messi l’anima in pace e amen. Il problema è che la Meloni non solo non ha mantenuto le promesse elettorali ma ha fatto l’esatto opposto di ciò che aveva promesso! Come del resto fece il M5S, partito di riferimento della Todde…

Perciò, concludendo, in fin dei conti possiamo dire che Giorgia Meloni e Alessandra Todde siano due facce della stessa medaglia. E l’elettore, convinto di scegliere un candidato migliore dell’altro, alla fine non sceglie nulla. Perché i candidati si distinguono solo per differenze marginali e non sostanziali. Come dover scegliere se acquistare un rotolo di carta igienica bianca o a fiorellini. Comunque si scelga il fine ultimo sarà lo stesso. Alessio

Paolo Morrone

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