INDENNITA’ DI ACCOMPAGNAMENTO
Nel mio ultimo articolo intitolato “Manovra A Tenaglia” (https://www.lortis.it/archives/10270#more-10270) avevo condiviso alcune riflessioni riguardanti il pesante attacco sferrato dal movimento LGBTQ alle fondamenta della famiglia tradizionale. E tra le altre cose avevo stigmatizzato il fatto che colui che dovrebbe difendere a spada tratta tale famiglia, papa Bergoglio, si sia al contrario reso complice dei pasdaran arcobalenati. Soprattutto con un documento, uscito di recente, denominato “Fiducia Supplicans”. Un documento che ha creato sconcerto e confusione, soprattutto nei cuori e nelle anime di tanti cattolici sprovveduti. E in questa sede vorrei contribuire a fare un po di luce sulla questione.
Prima di tutto bisogna sapere di cosa tratta il documento sopracitato. In sintesi, dietro un profluvio di parole, si autorizzano i sacerdoti e i vescovi a benedire le cosiddette “coppie irregolari” tra le quali sono annoverate quelle composte da divorziati risposati e da persone dello stesso sesso.
Ora, siccome non siamo nati ieri, è palese che oltre Tevere a nessuno interessi la sorte dei divorziati risposati. Anche perché questa categoria di persone rappresenta una percentuale infinitesimale della popolazione mondiale. Mentre invece noi tutti sappiamo di come si sia fatta sempre più violenta e invasiva la propaganda ideologica omosessualista. Anche tra le mura vaticane.
Quindi vediamo di come il focus di “Fiducia Supplicans” si concentri soprattutto sulla benedizione di coppie omosessuali.
Da più parti si è detto:”Che problemi ci sono? La Chiesa non ha mai negato una benedizione a nessuno!”. Verissimo. Qualsiasi oggetto o qualsiasi animale può essere benedetto. Ogni anno il parroco passa a benedire le case dei parrochiani. Chi acquista una macchina nuova spesso la porta in fretta e furia a farla benedire. Ugualmente un sacerdote, padre Juan Avila, è di recente intervenuto sull’argomento affermando:”Quando un sacerdote dà la benedizione alla fine dell’Eucarestia la dà a tutti i presenti. In Grazia e al di fuori di essa. Adulteri e fornicatori, bugiardi e tossicodipendenti. Non chiede mai in che stato sono. Dando questa benedizione lo fa sulla persona, cioè implora il Signore affinché la Sua Grazia lo tocchi ad un certo punto della sua vita. Questa benedizione non è una garanzia per continuare a peccare né un’accettazione del suo stato. È chiaro che si benedice il figlio di Dio bisognoso e non la sua permanenza nella situazione. Con il documento, che può portare confusione, soprattutto da parte di giornalisti che fraintendono le cose, si afferma solo quello che la Chiesa ha sempre fatto con tutti.”
Il sottoscritto non è un teologo e non nega la buona fede di padre Avila però mi permetterei di fare alcune osservazioni.
Prima di tutto quale sarebbe stato lo scopo di produrre un tale documento se ribadisce ” Quello che la Chiesa ha sempre fatto”? È evidente che si tratta di ben altro.
Poi è vero che il celebrante, a conclusione della messa, impartisca la benedizione a tutta l’assemblea. E quest’ultima è composta da varie singole persone, ognuna delle quali ha una propria storia. Il celebrante, per ovvie ragioni, non può conoscere il vissuto di tutti coloro che assistono alla messa. Non può sapere chi è in condizione di peccato grave e chi è in stato di Grazia. Diciamo che in questo caso la benedizione arriva come se si stesse sotto una pioggia che bagna tutti indistintamente. Quindi, come detto prima, l’assemblea domenicale è un insieme di singole persone ben distinte tra di loro e per questo fatto si potrebbe affermare che la sopracitata assemblea, di per sé, non sia né buona né cattiva ma sia “neutra”. Come per l’esempio della macchina di cui sopra. Un’autovettura è un oggetto, un mezzo nè buono né cattivo. Quando viene benedetta il sacerdote non può sapere se verrà usata solo per viaggiare oppure per investire e uccidere volontariamente un nemico del proprietario.
Premesso ciò torniamo a “Fiducia Supplicans”.
Come detto prima la peculiarità di questo documento risiede nel fatto che i sacerdoti siano autorizzati a benedire le coppie omosessuali. Quindi arrivati a questo punto sarebbe lecito chiedersi se anche una coppia omosessuale possa definirsi “neutra”. Purtroppo in questo caso la risposta sarebbe negativa. Poiché due gay o due lesbiche che decidessero di impegnarsi in una relazione sentimentale si troverebbero in una condizione di peccato grave. Ma non sono io a dirlo. Lo afferma la Dottrina e la Tradizione cattolica. Basta andare a vedere nel Vecchio Testamento cosa accadde alla città di Sodoma da cui prese il nome la perversione della sodomia. Quest’ultima, tra l’altro, è annoverata tra i quattro peccati capitali che gridano vendetta al cospetto di Dio. Ma anche S.Paolo si espresse sull’argomento in modo chiaro ed inequivocabile (Lettera ai Romani 1,18-35 e Lettera ai Romani 2,1-3).
Basterebbe tutto ciò per chiudere la questione. Purtroppo viviamo in un epoca in cui assistiamo quotidianamente ad un continuo ribaltamento di valori. Il Bene indiscusso fino a poco tempo fa diventa Male e viceversa. E quindi se la potente lobby LGBTQ decide di infiltrare la sodomia nei tessuti sociali del mondo anche la Chiesa modernista dovrà trovare il modo di rinnegare se stessa e Colui che l’ha fondata. “Fiducia Supplicans” è qui per dimostrarlo. Perché in definitiva con questo documento si autorizza la Chiesa a fare una cosa impossibile e inconcepibile: benedire il peccato. Infatti c’è una radicale differenza tra peccato e peccatore, ovvero tra l’azione intrinsecamente malvagia e chi la compie. La prima rimane tale a prescindere, il secondo ha sempre l’opportunità di redimersi da essa.
Facciamo alcuni esempi.
Un uomo o una donna con pulsioni omosessuali possono benissimo andare singolarmente da un sacerdote a chiedere una benedizione. Poiché questo atto potrebbe aiutarli nel combattimento spirituale e permettergli di fare luce nella propria vita perseverando nella castità.
Ma se un uomo o una donna si presentassero al sacerdote con i rispettivi partners e chiedessero di essere benedetti come coppia egli si ritroverebbe a dire bene (benedire) di una relazione oggettivamente peccaminosa e disordinata.
Ugualmente un sacerdote potrebbe impartire la benedizione al proprietario di un bordello ma non certo al bordello, in quanto luogo di peccato conclamato.
Possiamo fare un altro esempio citando il noto attore e regista a luci rosse Rocco Siffredi. Infatti egli di recente ha reso pubblica la sua difficoltà nel continuare a convivere con la schiavitù del sesso sregolato e promiscuo. Esattamente come una persona dipendente da alcool o stupefacenti che aneli a “ripulirsi” e a cambiare vita.
In questo caso il porno divo potrebbe chiedere una preghiera ed una benedizione affinché possa avere la forza di uscire dal circolo vizioso del peccato ma, ovviamente, non potrà chiedere di benedire, per esempio, un set cinematografico adibito allo svolgimento di atti osceni.
Quindi in definitiva vediamo di come il documento in questione cerchi di conciliare l’inconciliabile e tutti coloro che cerchino di negarlo siano costretti a intraprendere delle pericolosissime arrampicate sugli specchi. Ma poi bisogna sottolineare il fatto che, paradossalmente, “Fiducia Supplicans” va contro le coppie omosessuali e non a loro favore! Infatti queste ultime vengono incoraggiate a perseverare nel peccato mortale facendo credere loro di essere in grazia di Dio. Come se un medico, per non turbare il proprio paziente, gli nascondesse di essere affetto da un grave tumore impedendogli quindi di curarsi. E certamente Francesco I non aiuta a fare chiarezza su certi pilastri della Dottrina cattolica. Infatti egli di recente, ospite di Fabio Fazio (sic!), ha candidamente affermato che gli piacerebbe pensare ad un “Inferno vuoto”. Facendo intendere tra le righe che in Paradiso ci possano andare cani e porci, a prescindere della propria condotta di vita.
Infatti, e purtroppo, il pontificato di Bergoglio è caratterizzato da un continuo svilimento della bimillenaria Dottrina cattolica. E questo fatto ha portato tantissime persone a ritenere che Dio sia solamente misericordioso mentre invece è anche giusto. Quindi è curioso notare di come tanti “giustizialisti” in servizio permanente effettivo, ovvero quelli che si battono per il rispetto delle leggi e per la certezza della pena, spesso sono gli stessi che vorrebbero bypassare le leggi di Dio. E il peccato è proprio quella condizione in cui si trova l’uomo quando trasgredisce le leggi divine. Purtroppo abbiamo visto di come la Chiesa post conciliare, e bergogliana in particolare, abbia smesso i panni di maestra e di guida per gli uomini limitandosi unicamente ad “accompagnare” i peccatori invece di istruirli e correggerli. Infatti il concetto dell’accompagnamento dei peccatori è un leit motiv ricorrente di papa Francesco e del suo entourage. Ma, ahimè, non viene mai precisato verso quale luogo tali peccatori vengano accompagnati.
Sarebbe lecito saperlo perché anche i condannati a morte vengono accompagnati al patibolo…
Alessio Paolo Morrone
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