1980, ITALIA. VIOLA VALENTINO CANTA A UN RAGAZZO IMBRANATO “COMPRAMI, IO SONO IN VENDITA”. MA NON ERA UN ADESCAMENTO MERCENARIO…

Non so se ricordare il gran successo musicale di Viola Valentino Comprami del 1980 (o farlo conoscere a chi magari questa canzone la ignora non essendo allora neanche nato/a) provocherà il dissenso dei lettori, e soprattutto lettrici, che già hanno stigmatizzato come retrograda l’esaltazione di Come saprei di Giorgia.

Siamo a ben quindici anni prima, non si avverte la problematicità esistenziale, pur sempre insita nel brano che vinse Sanremo nel 1995, legata allo straniamento di massa incipiente. Invece qui gli anni Ottanta già si sentono e come, con un certo “edonismo reaganiano”, il divertente e ironico doppio senso sul tocco autoerotico della mano di lui, una provocatoria disinibizione però solare e sorridente piuttosto che ideologica e nichilista.

Contrariamente a quanto qualcuno possa pensare, come già detto, la prima repubblica a trazione democristiana fu di fatto, assai meno bigotta e censoria dell’attuale; il brano, come tanti altri, non ebbe assolutamente alcun problema del genere.

E il 1980 fu un anno di piombo a pieno titolo: basti pensare non solo all’orrenda strage della stazione di Bologna, ma anche all’assassinio, a Palermo, di Piersanti Mattarella o a Roma, di Vittorio Bachelet. Tanta leggerezza appare quasi da non credervi, per chi quegli anni speciali non abbia vissuto.

Il valore intrinseco del brano resta oggettivamente circoscritto al “canzonettismo”, ed è indubbiamente ed enormemente inferiore a quello di Giorgia che ben conosciamo, ma comunque ebbe un enorme successo all’ epoca, e tuttora non è affatto passato nel dimenticatoio. Non dopato dalla kermesse sanremese, fu egualmente un travolgente successo (ad esso è abbinato ormai il personaggio stesso di Viola Valentino), e vanta più di un nuovo arrangiamento; oltre a un particolare riconoscimento del 2019 per aver venduto, da brano pesantemente datato, ben 25000 copie digitali nell’era di Internet.  Comprami non è comunque assolutamente un inno alla prostituzione, ma solo l’invito a un ragazzo piuttosto timido e deluso, ad aprirsi a una ragazza semplice e in fondo, anch’ ella sola. Ma ovviamente, oggi, questa ragazza apparirebbe “ingenua vittima di una logica patriarcale”.   Ecco il testo del brano.

“Sei giù perché ti ha lasciato
Se per lei sei un uomo sbagliato
Se non sei mai stato un artista
O non sai cos’è una conquista

Se per lei sei stato un amico
Se non hai lo sguardo da fico
Se non vuoi restare da solo
Vieni qui e fatti un regalo

Comprami
Io sono in vendita
E non mi credere irraggiungibile
Ma un po’ d’amore un attimo
Un uomo semplice
Una parola, un gesto, una poesia
Mi basta per venir via

Felicità
È una canzone pazza
Che cantare mi va
Una musica che prende
E che ballare mi fa

Se non sai da un film a colori
Portar via le frasi agli attori
Se per te il sabato sera
Non c’è mai una donna sicura

Se non hai sulla tua rubrica
Una che sia più di un’ amica
Se non sai andare lontano
Dove non ti porta la mano

Comprami
Io sono in vendita
E non mi credere irraggiungibile
Ma un po’ d’amore un attimo
Un uomo semplice
Una parola, un gesto, una poesia
Mi basta per venir via

Felicità
È una canzone pazza
Che cantare mi va
Una musica che prende
E che ballare mi fa

Felicità
È una canzone pazza
Che cantare mi va
Una musica che prende
E che ballare mi fa”.

A. Martino

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